Tina Anselmi è una figura fondamentale per l’affermarsi della democrazia nel Novecento. Pensiamo da questo punto di vista che è stata la prima donna ministro a ricoprire questo ruolo ed ebbe anche una candidatura a Presidente della Repubblica.
Per l’epoca erano davvero molto particolari questi incarichi, infatti Tina Anselmi si caratterizzò come l’unica donna fra deputati e senatori tutti uomini. Molti si chiedono anche, proprio per l’enorme popolarità che questa figura raggiunse nel tempo, se ci fosse un legame tra Tina Anselmi e la Loggia Massonica P2 di Licio Gelli. Cerchiamo di approfondire questo aspetto, oltre agli altri essenziali della vita di Tina Anselmi e del suo impegno politico.
Tina Anselmi è stata chiamata a far parte di una delle commissioni parlamentari di inchiesta più importanti nella storia del dopoguerra. Si tratta della commissione sulla Loggia Massonica P2 di Licio Gelli. Lei stessa ha dichiarato a questo proposito di essere stata la prima donna a partecipare ad una commissione di inchiesta.
È arrivata a questo ruolo non casualmente, perché le nomine per la commissione sono state proposte da un’altra donna, che all’epoca è stata Nilde Jotti. È stata molto chiara sulla questione, perché, secondo lei, quando le nomine erano state fatte dagli uomini, nessuno aveva mai pensato all’idea che una donna potesse entrare a far parte di una commissione di inchiesta.
Abbiamo detto fin dall’inizio che Tina Anselmi ha svolto un impegno politico fondamentale nell’affermarsi della democrazia. È stata proprio una vera “partigiana”. Infatti il 26 settembre del 1944 è stata costretta, quando era giovanissima, ad assistere all’impiccagione di molti prigionieri che erano stati resi tali dai nazifascisti.
Tra questi prigionieri che persero la vita c’era anche il fratello di una sua cara compagna di scuola. È da questo episodio, che fu sconvolgente, che Tina Anselmi decise di prendere parte alla resistenza. Dopo aver conseguito la laurea in Lettere ed essersi dedicata per un periodo all’insegnamento nella scuola elementare, passò all’attività sindacale e poi volle entrare a far parte nelle fila dei giovani della Democrazia Cristiana.
Nel 1968 entrò in Parlamento e il 29 luglio del 1976 è diventata ministro del Lavoro. Lei stessa ha dichiarato che è molto importante che le donne si impegnino nella vita civile di una nazione, perché le donne, quando fanno delle battaglie di questo tipo, riescono a conseguire delle vittorie per tutta la società. Dopo diventerà ministro della Salute e, nonostante fosse molto cattolica, porta avanti il principio della laicità della politica, firmando la legge 194 sull’interruzione della gravidanza.
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