Una donna ha trovato un vero e proprio tesoro nascosto in una damigiana e ora sta provando di tutto per ottenere i soldi che le spettano.
E’ questa l’ennesima storia tutta italiana che ha come protagonista una donna che ha trovato un tesoretto di lire a casa ma che, fino ad ora, non è riuscita ad incassare.
Trova 43 milioni di lire: è carta straccia
Una donna di Leontini, in provincia di Siracusa, vedova e che vive con la pensione minima, ha trovato nel garage di casa, in una damigiana, ben 43 milioni di lire, ovvero i risparmi di sua madre.
Dopo la sorpresa del fortunato ritrovamento la donna si è recata in agenzia per il cambio in euro ma si è sentita rispondere che orami quei soldi non sono altro che carta straccia. “Visto che sono trascorsi più di dieci anni dall’entrata in vigore dell’euro, così mi hanno detto, ormai non ho più titoli per rivendicare l’equivalente”.
Una storia molto simile ad un’altra donna di Viterbo che ha ritrovato cento milioni di lire in un vecchio cassetto. La ragazza si è rivolta all’associazione Agitalia, che si occupa della riscossione dei libretti bancari e postali antichi, perché la aiuti a entrare in possesso di quella somma, i risparmi di una vita del fratello della mamma.
Dopo essere venuta a corrente del fatto l’anziana di Siracusa ha deciso di provare anche lei la via dell’associazione Agitalia. Per la vedova rientrare in possesso di quel denaro sarebbe una bella boccata d’ossigeno dal momento che vive in casa con la anziana mamma e ha una pensione al minimo.
Quei soldi in lire li hanno trovati per caso i suoi figli due anni fa mentre cercavano di mettere ordine in garage. Erano i risparmi della vecchia nonna e del suo convivente. Dopo la morte improvvisa dell’uomo, che aveva pensato di mettere lì il suo tesoretto, nessuno era più riuscito a ritrovarli.
Rammarico da parte del figlio della donna che ha spiegato che i termini di legge per scambiare le lire in euro scadevano a febbraio 2012. Noi siamo andati in banca a ottobre. Secondo l’Agitalia non tutto è perduto: “In realtà le cose non stanno proprio in questi termini: i dieci anni per effettuare il cambio, come riconosciuto dalla giurisprudenza prevalente, decorrono da quando il soggetto è in grado di far valere il proprio diritto, quindi dal ritrovamento del denaro”.