Istituire a Positano la tassa di sbarco in sostituzione dell’analogo tributo “di soggiorno”.
E’ l’idea sul tavolo dell’amministrazione comunale coordinata dal primo cittadino Giuseppe Guida con l’obiettivo di raggiungere un duplice scopo: agevolare, da un lato, chi sceglie la città verticale per le sue vacanze per più giorni, contribuendo all’indotto delle attività ricettive, alberghiere ed extralberghiere, e gestire i flussi turistici giornalieri (comunemente noti come mordi e fuggi) che in determinati periodi dell’anno sono estremamente intensi.
L’imposta di soggiorno rappresenta un’entrata di estrema importanza non solo per Positano ma per moltissimi enti comunali di località turistiche. Per quanto concerne la Città Verticale ha registrato un incasso totale di oltre 2 milioni e 419 mila euro, con una popolazione di soli 3.942 abitanti e un gettito pro capite di 614 euro. Proprio questi dati hanno consentito a una delle perle della Costiera Amalfitana di entrare nella top ten di questa particolare classifica, unica località del sud Italia.
Se da un lato rinunciavi sarebbe impossibile, visto che grazie a questa vengono offerti servizi turistici di qualità per gli ospiti di Positano e viene gestita la Villa Romana, una gemma dal punto di vista storico e architettonico, l’idea di sostituirla o affiancarla alla tassa di sbarco potrebbe portare alcuni vantaggi.
Nel periodo estivo, infatti, Positano conta migliaia di presenze, in particolare nei mesi di luglio e agosto, e per la maggior parte si tratta di turismo mordi e fuggi.
L’overtourism costituisce un problema serio per la Costiera Amalfitana e prima o poi gli enti comunali e sovracomunali dovranno affrontarlo con soluzioni concrete, proprio come quella allo studio del locale palazzo di città.
“C’è un tema importante da affrontare che riguarda gli afflussi quotidiani che dobbiamo gestire e in un certo senso anche contingentare – sottolinea il sindaco Giuseppe Guida – Noi vorremmo applicare la tassa di sbarco, da affiancare o in sostituzione dell’imposta di soggiorno, che potrebbe portarci un duplice vantaggio. Comuni piccoli come Positano non possono fare a meno di questa entrata per dare un servizio di eccellenza per garantire uno standard di accoglienza di alto profilo c’è bisogno di grandi risorse“.
Al momento non è possibile né per Positano né per nessun’altra località turistica che non sia un’isola applicare la tassa di sbarco. L’imposta, infatti – di ammontare, nelle realtà in cui è applicata, mediamente di 2,50 euro pro capite – può essere approvata solo per i comuni aventi sede giuridica nelle isole minori e per i comuni nel cui territorio insistono isole minori. Occorrerebbe, dunque, per estendere il suo raggio d’azione, un apposito emendamento.