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La vera storia di Meyer Lansky: il mafioso scappato negli Stati Uniti

Meyer Lansky è stato uno dei gangster più imponenti d’America del diciannovesimo secolo. Le sue azioni hanno contribuito allo sviluppo della criminalità nazionale degli Stati Uniti d’America, ma ha lasciato la sua firma anche ai Caraibi e a Cuba. Ecco chi era.

Meyer Lansky, la sua storia

Meyer Lansky nasce nel 1902, più precisamente il 4 luglio in quello che una volta era l’Impero Russo, oggi Bielorussia. La sua famiglia era polacca – ebraica ed è stata vittima delle attività antisemite. In realtà era nato sotto il dominio russo nel regno polacco ed è per questo che si considerava tale.

Nel 1909 suo padre si trasferì negli Stati Uniti e due anni più tardi Meyer, la mamma e il fratello Jacob lo raggiunsero. Vivranno a Manhattan. Suo fratello ebbe la fortuna di diventare il gestore del Nacional Hotel a Cuba, mentre lui si dovette arrangiare nella vita da strada.

Meyer inizia il suo percorso di studi, ma all’ottavo anno decide di interrompere per lavorare come meccanico di auto. Proprio in questi anni viene coinvolto in un furto di auto e comincia a immischiarsi in attività criminali. Inizia anche ad avvicinarsi alle gang e conosce Charles Luciano, un italo americano, che lo condusse nella direzione sbagliata. Infatti, organizzarono diversi omicidi di boss mafiosi. In particolare di Loe Messeria e Salvatore Maranzano.

Durante la Seconda Guerra Mondiale riuscì ad approfittare del periodo per dar sfogo alle sua attività criminali che il governo aveva lasciato un po’ in disparte considerato quanto stava accadendo. Durante gli anni Trenta riuscì ad imporre il gioco d’azzardo sia in Florida che a Cuba e tutti i suoi guadagni venivano girati in diversi conti in banca in Svizzera. Questo era il modo per riciclare il denaro.

Si pensa, anche se non è mai stato dimostrato, che Meyer fu il mandante dell’assassinio di Siegel, suo stretto collaboratore, quando non riusciva a trarre profitto dall’albergo che gestiva, il Flamingo Hotel. In realtà ha cercato di salvare il suo amico, ma quando la mafia gli impose la triste decisione non poté fare altro che obbedire.

La fuga di Meyer Lansky

Meyer si trovò costretto a fuggire quando nel 1959 Fidel Castro salì al potere e a causa del nuovo governo dovette subire un’ingente perdita di denaro a causa della repressione dei suoi casinò. Ma Lansky non demorde e decide di puntare in altre zone dei Caraibi per fare soldi. Oltre a ciò, è stato coinvolto nel contrabbando di pornografia, stupefacenti e prostituzione.

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Lansky decide poi di approfittare delle suo origini ebraiche e nel 1970 emigra in Israele e il motivo era di fuggire alle leggi sull’evasione fiscale. Questo non è servito perché venne deportato negli Stati Uniti per via del suo passato da criminale. Qui viene processato e condannato, ma nel 1974 viene assolto perché le sue condizioni di salute erano critiche.

Vita privata di Meyer Lansky

Meyer Lansky è stato sposato per la prima volta con una donna di nome Anna Citron e le nozze vennero celebrate nel 1929. Dalla loro unione nacquero tre figli, ma la coppia divorziò nel 1947. In seguito, l’anno successivo, si risposa con Thelma Schwarz con cui trascorse gli ultimi suoi anni. Il 15 gennaio del 1983, a 80 anni, muore di cancro ai polmoni.

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Gli ultimi anni della sua vita li trascorse con la sua seconda moglie in una lussuosa casa a Miami Beach e decise di farsi seppellire proprio in quella città. Alcune indiscrezioni avevano parlato di una cerimonia ortodossa ebraica e, da sempre, si pensa che Meyer abbia nascosto più di 300 milioni di dollari in conti bancari di cui però non vi è alcuna traccia. Non vennero ritrovati nemmeno dopo la sua morte.

Manuela Bortolotto

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Manuela Bortolotto

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