Stop alla guardia notturna cardiologica, potenziamento del servizio diurno, ricorso alla telemedicina.
Come scrive “Il Quotidiano della Costiera” sarebbero questi i principali pilastri del “piano urgente di rimodellamento dei criteri organizzativi del presidio ospedaliero Costa d’Amalfi“.
È ben nota la carenza di personale nella struttura che garantisce, con numerose e sempre più gravi criticità, l’assistenza sanitaria di emergenza lungo la Costa d’Amalfi.
La gestione dei pazienti con infarto miocardico acuto nelle ore notturne sarà possibile, stando a quanto si legge, trasmettendo l’elettrocardiogramma del paziente attraverso la rete IMA e il sistema MUSE.
I cardiologi dell’Utic di Salerno visualizzeranno i risultati a distanza suggerendo già durante il primo intervento le operazioni da compiere da parte degli operatori del 118.
La gestione della problematica attraverso questa modalità prevede, dunque, di garantire ad ogni modo una diagnosi tempestiva, consentendo il trasporto del paziente direttamente al “Ruggi d’Aragona” di Salerno o al “Santa Maria dell’Olmo” di Cava de’Tirreni riducendo, così, sensibilmente i tempi di intervento.
Ma si tratterebbe solo di un’agevolazione “teorica” per i pazienti: non si tiene conto, infatti, dei tempi di percorrenza della SS 163 che sono elevatissimi, anche in condizioni di traffico normale: è irrealistico che trasporto dell’assistito a Salerno o Cava possa essere garantito in meno di mezz’ora.
Ancor più grave, potenzialmente, la situazione nel periodo estivo, quando il traffico sull’arteria cresce notevolmente.
A compensare la riduzione della guardia cardiologica ci dovrebbe essere, stando a quanto si legge, un potenziamento delle prestazioni ambulatoriali diurne, nell’ottica di una riduzione del ricorso a strutture esterne.
Nell’assetto della turnazione prospettato, nella fascia oraria che va dalle 8 alle 20 vi sarebbe la presenza di un chirurgo, un anestesista, un medico internista ed un cardiologo consulente che dovrebbe effettuare anche attività ambulatoriali.
I turni notturni prefestivi e festivi, caratterizzati da maggiore affluenza, invece, vedrebbero, in presenza, un chirurgo, un anestesista, un medico internista e da un cardiologo.
Resterebbe senza soluzione la necessità di coprire l’assenza del medico internista se impegnato nel soccorso a bordo dell’ambulanza del 118: sarebbe demandato, infatti, soltanto all’anestesista ed al chirurgo l’onere di soccorrere gli utenti che accederanno al Presidio.
