La Statua della Libertà è stato il regalo di Natale più grande e pesante al mondo. La celebre statua, simbolo in tutto il mondo della città di New York, è stata donata dai francesi agli americani proprio nel giorno di Natale. La statua fu trasportata in 1883 casse tramite nave ed è simbolo e segno dell’amicizia tra i due stati.
La Statua della Libertà, inoltre, commemora la dichiarazione d’indipendenza avvenuta circa un secolo prima. Non tutti sanno, poi, che la statua non aveva un basamento a causa della mancanza di fondi. La base della Statua della Libertà venne così pagata dai cittadini attraverso una sottoscrizione pubblica.
La scultura in rame, modellata su stile neoclassico, domina oggi la skyline della Grande Mela, dall’alto dei suoi 93 metri.
Più precisamente, l’opera si colloca su Liberty Island, una piccola isola di quasi 60 mila metri quadrati sita all’interno della foce del fiume Hudson e divenuta in pochi tempo una vera e propria attrazione raggiungibile tramite battello.
Incisi sul basamento della statua i versi di una poesia composta da Emma Lazarus, giovane autrice americana.
La donna li compone in preda alla commozione quando assiste all’arrivo dei profughi ebrei, scappati dalla Russia in seguito all’uccisione dello zar Alessandro II.
Persone povere, afflitte, perseguitate. In cerca di speranza, di libertà. La poetessa sa che sta per essere eretta una grande statua. Un monumento alla storia recente di una nazione che ha combattuto per l’indipendenza e l’abolizione della schiavitù.
In questo clima di slancio verso il futuro i suoi versi hanno il sapore di una profezia.
“Non come il gigante di bronzo di greca fama,
che a cavalcioni da sponda a sponda stende i suoi arti conquistatori;
Qui, dove si infrangono le onde del nostro mare
Si ergerà una donna potente con la torcia in mano, la cui fiamma è un fulmine imprigionato, e avrà come
nome Madre degli Esuli.
Il faro nella sua mano darà il benvenuto al mondo, i suoi occhi miti scruteranno
quel mare che giace fra due città.
“Antiche terre, a voi il grande sfarzo!” ella dirà
con labbra mute.
“Date a me le vostre stanche, povere, ranicchiate masse desiderose di respirare libere, i rifiuti miserabili delle vostre spiagge affollate. Mandatemi loro, i senzatetto, gli scossi dalle tempeste, e io solleverò la mia fiaccola accanto alla porta dorata!”
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