Territorio

Carnevale di Maiori, fieristi ed ambulanti proclamano lo stato di agitazione

E’ stato di agitazione per i fieristi e gli ambulanti maioresi associati all’Anva (Associazione Nazionale Venditori Ambulanti), in protesta contro le tariffe di concessione dei suoli demaniali applicate dal Comune.

A proclamare la protesta, con una missiva indirizzata, oltre che al primo cittadino di Maiori Antonio Capone, anche al Prefetto di Salerno Francesco Russo, ed al Questore Gianfranco Conticchio, è stata proprio la delegazione provinciale dell’associazione, affiliata a Confesercenti, e guidata nel salernitano da Aniello Ciro Pietrofesa.

Secondo gli ambulanti la tariffa di 69 euro al giorno per l’occupazione di 12 metri quadri di spazio per stallo sarebbe esorbitante, e le azioni intraprese dall’amministrazione comunale di Maiori in seguito ai recenti incontri non sarebbero state sufficienti.

Non riusciamo a capire l’atteggiamento di totale chiusura di un’ amministrazione che si nasconde dietro a presunte irregolarità di un istituzione del mercato – scrive la delegazione dell’Anva nella missiva – quando, poi, ad ogni operatore è stata rilasciata una regolare concessione. Ogni volta che la stessa ci convoca perché pressati anche dall’interessamento costante del sig. Prefetto e dal sig. Questore che ringraziamo, sembra che gli abbiamo fatto un torto: continuano tranquillamente a palleggiarsi la responsabilità o la mancata applicazione delle leggi, dandoci l’impressione che oltre a due Stati presenti in Italia, Città del Vaticano e San Marino, se ne sia costituito un terzo, il Ducato di Maiori“.

Come ben si può immaginare – prosegue la nota degli ambulanti che ha ricordato la profonda crisi in cui il settore è piombato a partire dallo scoppio dell’emergenza Covidl’esasperazione sta prendendo il posto di ogni possibilità di dialogo di fronte all’assurdo silenzio e alle mancate risposte, gli operatori del mercato ed i fieristi sono stati sottoposti a vere vessazioni durante il periodo della pandemia con mercati e fiere chiusi anche quando non vi erano i presupposti: una parte della categoria è scomparsa, contiamo almeno il 35% di chiusure, la restante parte non riuscirà ad andare avanti se sulla strada troverà amministrazioni sorde e che non rispettano le Leggi dello Stato, oltre a non rispettare il nostro lavoro“.

Gli ambulanti, nonostante lo stato di agitazione, sembrerebbero, però, aperti al dialogo, avendo richiesto, infatti, un incontro immediato con l’amministrazione della città entro venerdì della prossima settimana, con il fine di evitare l’insorgere di nuove proteste.

Andrea Bignardi

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