Infiamma ancora il dibattito tra maggioranza ed opposizione la vicenda dell’accesso alla Spiaggia di Remmese, interdetto alla fruizione pubblica da oltre trent’anni, protagonista di una lunga vicenda, giudiziaria prima ancora che politica, non ancora pienamente conclusasi.

Sono stati, infatti, i membri del gruppo consiliare di minoranza “Su Per Positano” a denunciare, nei giorni scorsi, gli ostacoli alla pubblica fruizione del sentiero di accesso alla spiaggia sita nella zona occidentale della città verticale, annunciando la loro costituzione in giudizio dinnanzi al Tar contro il comune di Positano finalizzata all’esecuzione della sentenza.

Per la minoranza l’interdizione dell’accesso alla spiaggia sarebbe da attribuire ad una scelta dell’amministrazione Guida di non eseguire due sentenze, una del Tar del 2013, ed una del Consiglio di Stato del 2019, con la quale era imposto l’obbligo di garantire il libero accesso al sentiero e di rimuovere ogni gravame alla fruizione pubblica. Differente la tesi della maggioranza, secondo cui a procurare la mancata fruibilità del percorso è il pericolo di caduta massi, e la necessità di un intervento radicale di messa in sicurezza in assenza del quale non si potrà restituire l’uso del sentiero che conduce alla spiaggia ai cittadini positanesi: la delibera di giunta 87 dell’8 giugno 2023 ha dato mandato ad un legale di resistere contro l’azione legale della minoranza dinnanzi al foro amministrativo salernitano.

La vicenda

I fatti iniziarono nel 1998: era il 20 Luglio quando l’allora primo cittadino, il diessino Domenico Marrone, con un’ordinanza impose la rimozione degli sbarramenti che ostacolavano il passaggio pubblico sul sentiero di Remmese. La proprietà dell’Hotel Le Agavi, concessionaria di una parte adiacente alla spiaggia, una piattaforma il cui accesso privilegiato è tramite ascensore, propose, nel settembre dello stesso anno, ricorso contro l’ordinanza sindacale. La ricorrente dedusse violazione di legge ed eccesso di potere sotto vari profili, e contestò la stessa esistenza giuridica della strada pedonale, portando come prova in suo sostegno una nota del settembre del 1992, a firma del Sindaco e diretta alla Prefettura, con la quale si informava che “dalle mappe catastali tale stradina non risulta”.

Un paradosso, quest’ultimo, a fronte dell’utilizzo della seconda parte del sentiero, quello oltre un arco naturale nel quale erano presenti ostruzioni al passaggio sin dal 1989, come evidenziato e ricordato anche all’interno del video pubblicato sulla pagina Instagram del gruppo consiliare di minoranza . Il Comune, all’epoca, non si costituì in giudizio: la sentenza arrivò quindici anni dopo, nel 2013. Questa respinse il ricorso della proprietà delle “Agavi”. Un orientamento, quest’ultimo, confermato anche dalla sentenza del Consiglio di Stato del 2019, che diede ragione al Comune di Positano, e, nello specifico, all’allora sindaco Marrone, imponendo di ripristinare lo stato dei luoghi e rendere nuovamente percorribile il sentiero, impiegato interamente dalla collettività fino agli anni ’80 per l’accesso alla spiaggia. Ad oggi, il sentiero, interdetto al pubblico, versa in precarie condizioni di sicurezza e manutenzione.

La replica del Sindaco

All’accusa di “gravissimo comportamento dell’amministrazione Guida / De Lucia” rivolta dal gruppo di opposizione che da tempo evidenzia la necessità di restituire la piena fruibilità del sentiero, auspicando che il Tar possa far eseguire la sentenza, il primo cittadino ha replicato evidenziando l’assenza di responsabilità diretta dell’amministrazione sull’uso privato di parte del sentiero da parte dell’Hotel Le Agavi, contestata dalla minoranza, fautrice, secondo il sindaco, esclusivamente di “mistificazione della realtà” e “speculazione politica“.

Nessuno ha mai negato che quel tratto di stradina sia interessato quanto meno da un uso pubblico. (Tanto è vero che ci sono due sentenze che lo hanno confermato). La verità e che oggi quel percorso é interdetto da diverse ordinanze sindacali che ne vietano il passaggio a tutela della pubblica e privata incolumità“, ha commentato il primo cittadino in risposta alla minoranza. Secondo Guida “è necessario un intervento importante di mitigazione del rischio di caduta massi che in quella zona é elevatissimo“.

D’altro canto la spiaggia di Remmese é interdetta da anni e nessuno la può utilizzare – ha aggiunto il primo cittadino – almeno fino a quando non verrà effettuato un intervento di risanamento del costone roccioso molto esteso e che richiede risorse economiche importanti di cui l’ente ovviamente non dispone. Solo un incosciente potrebbe oggi consentire di accedere a quella spiaggia mettendo a rischio la vita delle persone“. Guida ha stigmatizzato anche la nuova azione legale del gruppo di minoranza: “Dovrebbero vergognarsi invece, di aver trascinato il comune e l’amministrazione in tribunale (a spese di tutti i cittadini positanesi) per difendere l’operato dei dirigenti comunali che in questi anni hanno agito solo ed esclusivamente per tutelare e salvaguardare la vita umana. Saremo i primi ad essere orgogliosi di restituire alla libera fruizione quel tratto di spiaggia incantevole ma solo dopo aver garantito l’accesso in piena sicurezza“.

Change privacy settings
×