Fa appello alle più importanti istituzioni nazionali, il Comune di Atrani, “vittima” di un contenzioso in essere sin dal 2015 per la liberazione di un locale commerciale di pregio di proprietà dell’ente in piazza Marinella, mai avvenuta nonostante la lunga controversia.
E’ una dura nota quella firmata dal primo cittadino di Atrani Luciano De Rosa Laderchi, unitamente al vicesindaco Michele Siravo ed all’assessore Vincenzina Gambardella che fa il punto su una lunga e controversa vicenda.
Il documento è indirizzato, tra gli altri, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Ministero della Giustizia, ai Deputati e ai Senatori tutti, oltre che al Comitato di Presidenza del Csm, al Procuratore Generale della Corte di Cassazione, alla Corte dei Conti ed al Tribunale di Salerno.
Sette anni e mezzo di contenzioso, infatti, non sono ancora bastati all’ente di per tornare in possesso del locale che era stato concesso in locazione negli anni ’60 a privati che, con il passaggio all’euro, avevano visto ulteriormente ridimensionarsi – in loro favore – il canone di affitto da loro corrisposto.
Ventiduemila lire al mese, una cifra di tutto rispetto negli anni del boom economico, ma che, a causa dell’inflazione si era progressivamente svalutata.
Con l’avvento della moneta unica, poi, il colpo finale a contratto invariato: centoquaranta euro all’anno. Una cifra che definire irrisoria, secondo il valore, rispetto al valore di mercato, considerata la posizione centralissima, a due passi dal mare.
La vicenda
Nel 2014, un anno prima della scadenza del contratto e dopo una ricognizione del patrimonio immobiliare voluta dall’amministrazione allora insediatasi e ancora oggi in carica, l’ente aveva avviato la procedura di sfratto per finita locazione.
Questa aveva l’obiettivo di rientrare quanto prima nella disponibilità del locale; non riuscendo ad ottenerne per via bonaria la liberazione spontanea ha dovuto perciò procedere con un’azione giudiziaria, che ancora non vede una soluzione concreta all’orizzonte.
“Queste inconcepibili lungaggini giudiziarie – si legge nella nota del Comune di Atrani – oltre a causare un danno indiretto all’Ente per i mancati introiti derivanti da un eventuale fitto dell’immobile a prezzi più vicini a quelli del mercato attuale, ne hanno provocato altri, diretti, alle casse comunali: il Comune di Atrani, e di conseguenza tutti i cittadini, hanno dovuto finora farsi carico di tutte le spese del procedimento, incluse le due perizie tecniche d’ufficio disposte dal Giudice“.
La prima consulenza tecnica d’ufficio, datata 2018, infatti, era stata ritenuta insufficiente, secondo il dispositivo giudiziario, nel “fornire le adeguate, logiche e convincenti risposte ai quesiti posti”.
Il Comune, tuttavia, si era dovuto accollare i costi sia della prima che della seconda consulenza, senza, peraltro, ottenere alcun risultato concreto per lo sblocco della situazione.
Una vicenda, quest’ultima, particolarmente stigmatizzata dall’assessore al patrimonio Michele Siravo.
“Oltre al danno – ha precisato l’assessore – per Atrani, anche la beffa. Siamo ormai in una situazione quasi kafkiana: sosteniamo da anni i costi di un legittimo contenzioso che si nutre di reiterati rinvii, senza che si arrivi mai ad una sentenza; ci è stata addebitata anche, dopo quello della prima consulenza tecnica ritenuta non esaustiva, l’intera somma della seconda. Non è nostro compito interrogarsi oltre rispetto a queste strane dinamiche: l’obiettivo che portiamo avanti è la migliore gestione della cosa pubblica, nell’interesse di Atrani”.
“Per questo motivo – conclude l’assessore – abbiamo ritenuto di segnalare l’irragionevole durata di questa causa di sfratto, attraverso una dettagliata missiva, alle maggiori Autorità politiche e giudiziarie nazionali; siamo certi che, ciascuna per la propria sfera di competenza, si farà carico della problematica ed interverrà quanto prima per evitare che il protrarsi del contenzioso continui a creare danni al nostro Comune”.