Un dossier al Ministero dell’Ambiente e ad Unesco Italia per fare chiarezza sulla situazione dei sentieri della Costiera Amalfitana, in troppi casi interdetti e privi di manutenzione. E’ quanto, nelle prossime settimane, presenterà l’Associazione di Promozione Sociale Guestitaly.
La Costa d’Amalfi è, infatti, “privata” dei suoi sentieri, tra più incomparabili del mondo, ha denunciato il presidente dell’organizzazione Agostino Ingenito: a causare le principali criticità “le gravi inadempienze sulla manutenzione”, ed “il rimpallo delle competenze su percorsi franati, bloccati e non curati” da parte delle istituzioni competenti.
La situazione – ha specificato il numero uno dell’ente associativo – spingerebbe numerosi utenti internazionali a non visitare “l’altra Costiera”, quella lontana dal glamour della costa ma di eccezionale valore culturale e naturalistico.
“Un danno economico, che favorisce speculatori ed abusivi che bypassano i negati accessi alle guide autorizzate, oltre a creare un grave danno di immagine verso quella biosfera e patrimonio naturalistico, elementi portanti di quel dossier che aveva consentito il riconoscimento Unesco – ha proseguito, ancora, il coordinatore nazionale dell’associazione di promozione sociale che si occupa di tutela ambientale, sostenibilità e cultura – Dalla Valle delle Ferriere, ai sentieri amalfitani, Atrani oltre che da Conca al Fiordo di Furore, sono decine quelli impraticabili e ufficialmente interdetti per mancata manutenzione”.
A rallentare ulteriormente il ripristino, secondo Ingenito, il passaggio di competenze alla Regione.
Ma la situazione metterebbe in discussione anche il lavoro di tante guide turistiche ed ambientali autorizzate, costrette a rinunciare ai percorsi con viaggiatori e turisti internazionali.
L’ente associativo ha inteso, infatti, preparare un dossier che invierà nei prossimi giorni anche al Ministero dell’Ambiente e all’Unesco Italia.
“Chiediamo un tavolo urgente per individuare competenze, verificare tempi e modalità degli interventi di ripristino e verifica dei requisiti di chi svolge attività irregolare e con grave pericolo – ha concluso Agostino Ingenito – C’è anche un danno di immagine rilevante a livello internazionale ed economico di chi, pur avendo requisiti di legge e regolarità autorizzatoria non può accedere per l’interdizione verso alcuni dei siti naturalistici più importanti a livello internazionale. La Costiera delle tante frane per la sua fragilità, troppo spesso violentata da eccessivo intervento umano, traffico e poche azioni incisive. Siano garantiti gli stessi diritti, doveri delle Cinque Terre, e dei territori fragili“.