La Costiera Amalfitana ha imboccato, negli ultimi anni, una strada sbagliata che le sta facendo perdere progressivamente la sua identità in nome dell’overtourism.
Lo sostiene l’ex sindaco di Ravello Secondo Amalfitano, che evidenzia l’assenza di sinergia tra le istituzioni e, soprattutto, la mancanza di una strategia di sviluppo condiviso del territorio che sta cedendo il passo all’omologazione e alla massificazione, perdendo la sua connotazione di nicchia che l’aveva contraddistinta nel secolo scorso, rendendola un unicum nel mondo.
Quest’anno il dibattito sulle conseguenze negative dell’overtourism è particolarmente acceso: si evidenziano, da più parti, le ripercussioni negative di questo fenomeno..
“Negli anni ’60-’70, la Costiera, turisticamente parlando, era un mosaico. C’erano, infatti, realtà come quella di Positano, che erano già molto affermate sotto questo punto di vista, realtà all’epoca ancora puramente agricole come Tramonti, e città che erano in una fascia intermedia, come Maiori e Minori, che si stavano sviluppando sotto il profilo turistico. Negli ultimi anni qualcosa è cambiato, e la Costiera, da mosaico, come la si poteva definire in passato, è diventata un olio, turisticamente parlando: non credo esista locuzione migliore“.
Come si è arrivati a questo punto che sembra di non ritorno?
“Anzichè valorizzare le differenze si è accentuato uno scimmiottamento reciproco della moda dilagante. Ad esempio, Scala non ha mai avuto un albergo fino a qualche decennio fa, oggi ha una discreta ricettività alberghiera. Territori amorfi e un po’ anonimi, in passato, avevano la loro identità, che si è andata progressivamente perdendosi per inseguire il turismo ad ogni costo, omologandosi alle località che già nel secolo scorso erano particolarmente affermate“.
Dove va il turismo in Costiera oggi?
“Siamo nelle sabbie mobili, in un contesto in cui stiamo andando assolutamente fuori strada“.
Una delle ricadute negative più evidenti della crescita vertiginosa dei flussi è quella sulla viabilità: è d’accordo all’istituzione di una Ztl territoriale?
“Alleggerire il traffico non può essere un obiettivo, ma uno strumento, da impiegare solo se c’è un’unità di visione strategica per il nostro territorio“.
La proliferazione di b&b e case vacanza ha contribuito a peggiorare la situazione?
“E’ un fenomeno dalla pericolosità devastante: i b&b stanno causando il depopolamento del nostro territorio. Gli abitanti effettivi sono sempre di meno. E questo lo si nota, ad esempio, dalle feste patronali, le cui offerte vengono realizzate dai devoti e non di certo dai turisti che conosciamo oggi. Prima si sceglieva di godere del nostro territorio per una settimana o quindici giorni, il gruppo di Bloomsbury veniva a Ravello per starci ben sei mesi, in modo da immedesimarsi in un’identità locale oggi sempre meno forte, che si sta disperdendo poco a poco“.
Lei è stato a lungo un rappresentante delle istituzioni locali: vent’anni fa la Costiera Amalfitana era probabilmente meno divisa?
“Quando ho candidato Ravello a capitale della cultura ottenni la condivisione del progetto da parte di tutti i consigli comunali dell’epoca: oggi non c’è più quella visione unitaria, che puntava a rendere un’eccellenza assoluta come unicum“.
Come fare per invertire la rotta?
“Bisogna condividere obiettivi e strategie in modo univoco, facendo sì che ogni comune possa realizzare una strategia univoca. Decidiamo la Costiera Amalfitana cosa vuole fare, mettendo in campo azioni coerenti e ragionate“.
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