Accorpare tra loro gli istituti che non raggiungono la soglia dei 900 iscritti. È lo scenario proposto dalla legge di bilancio, che fissa il parametro minimo per il mantenimento dell’autonomia. La situazione nel Salernitano.
Accorpare tra loro le scuole e ridurre l’autonomia. Una situazione sulla quale premono da Roma e che finirebbe per accrescere ulteriormente il numero degli alunni e non tutelerebbe le condizioni igieniche. Le eventuale riduzione dell’autonomia penalizzerebbe le regioni del Mezzogiorno e della Campania, laddove la situazione è più delicata.
In una provincia, quella di Salerno, già aggravata dall’aumento dei plessi spopolati a causa del crollo demografico, presidi, docenti e sigle sindacali sono in ansia per il taglio netto delle autonomie scolastiche. Con lo scenario proposto dalla legge di bilancio si perderebbero tanti posti di presidenza e segreteria.
Nel Salernitano sono 33 le scuole senza un preside stabile e affidate ad un reggente. Con l’entrata in vigore dei nuovi parametri – 900 iscritti – rischiano la perdita dell’autonomia altre 38 scuole, molte delle quali nelle aree interne. Significa che, dal 2024, saranno 71 le scuole senza preside nei nostri territori.
Nei giorni scorsi anche il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca si è espresso sulla questione autonomie. Da Palazzo Santa Lucia fa sapere:
“Per la scuola dobbiamo sollevare un altro allarme serio. Il governo sta lavorando per ridurre drasticamente le autonomie scolastiche senza dare motivazioni serie, dicendo semplicemente che ce lo chiede l’Europa. L’Onorevole Meloni – prosegue De Luca – ripete una frase che, quando era all’opposizione, aveva reso slogan anti-europeista. Intanto l’Europa non ha fornito numeri, non ha detto è questa la soglia, sono tutte scuse. Se c’è un campo dove dobbiamo investire è quello della scuola” conclude De Luca”.
