Casualmente è stato scoperto un materiale capace di ricordare. Si tratterebbe del biossido di vanadio, che, secondo quanto ha rintracciato uno studente impegnato in un progetto di dottorato, sarebbe in grado di far ritornare “alla memoria” i precedenti stimoli esterni che ha subito.

Questa scoperta ha destato la curiosità di molti esperti nel settore, che, dopo varie analisi, sono riusciti a comprendere come la struttura del biossido di vanadio avrebbe una specie di memoria in cui trattenere i ricordi. Ma vediamo come è stato condotto lo studio e cerchiamo di saperne di più in che cosa consiste questa proprietà, che fino ad ora non è stata associata ai materiali, ma che sembrava propria soltanto del cervello umano.

Come è stato svolto lo studio sul biossido di vanadio

Lo studente che si è occupato di rintracciare questa importante scoperta, Samizadeh Nikoo, ha utilizzato un campione di biossido di vanadio a cui ha applicato la corrente elettrica. La corrente si è spostata lungo il materiale e poi ha avuto la possibilità di uscire dall’altra parte.

Ma naturalmente gli effetti del suo passaggio si sono fatti sentire, perché il campione è stato riscaldato, causando un cambiamento di stato. Poi il biossido di vanadio è tornato al suo stato iniziale.

Ma a questo punto l’esperto ha applicato un secondo impulso di corrente e ha visto così che il materiale sembrava in qualche modo ricordare il primo passaggio di corrente, anticipando così la successiva.

Gli scienziati hanno chiarito che tutto questo non ha niente a che fare con gli stati degli elettroni, ma piuttosto è una vera e propria capacità che si può attribuire alla struttura fisica del materiale. Questa capacità di ricordare del biossido di vanadio non è stata riscontrata in alcun altro materiale.

Le caratteristiche della capacità di ricordare del materiale

Il biossido di vanadio, secondo ciò che hanno scoperto gli scienziati, sarebbe capace di ricordare lo stimolo esterno per un massimo di tre ore. In realtà può essere pure che lo stimolo del ricordo possa andare avanti per più giorni, ma questo non è stato possibile appurarlo, perché ancora non ci sono gli strumenti necessari per la misurazione.

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Comunque la scoperta è di un’implicazione molto importante, perché si potrebbero avere a disposizione dei materiali che potrebbero migliorare i processi di calcolo con più velocità e puntando sulla realizzazione di apparecchi in miniatura.

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Secondo gli scienziati la scoperta replica in tutto e per tutto ciò che accade nel cervello, perché le componenti strutturali del materiale in questione agissero come se fossero dei veri e propri neuroni.