Territorio

Sbarco del ’43: quando “La Violetta” di Tramonti fu trasformata in un ospedale da campo

Era il 9 settembre del 1943, (quasi) esattamente ottant’anni fa, quando la Costiera Amalfitana fu tra i principali punti d’approdo dell’operazione Avalanche, che diede un contributo determinante per la liberazione del nostro Paese dal Nazifascismo dopo una lunga e sanguinosa guerra.

Maiori fu la spiaggia prediletta dagli Alleati per il loro approdo in Costiera Amalfitana: la maggior parte di loro era sbarcata lungo la Costa Sud di Salerno, per ovvie ragioni logistiche.

L’obiettivo primario era quello di liberare Napoli, messa a dura prova da una serie lunghissima di bombardamenti (ne furono oltre 120 dal 1940 alla fine del conflitto). Ciò fu possibile, da parte dei contingenti americani, facendosi strada attraverso il Valico di Chiunzi.

In quell’occasione, come ricorda il giornalista Sigismondo Nastri, memoria storica della Divina, nel suo archivio, il ristorante “La Violetta”, proprio in cima al Valico, fu trasformato in un vero e proprio ospedale da campo dal Capitano Emil ‘Doc’ Schuster, per assistere i feriti.

L’8 settembre 1993, mezzo secolo dopo lo sbarco degli alleati a Maiori, una rappresentanza dei Rangers (nella foto, al centro, Karl Lehmann e il sindaco Armando Imperato) tornò a “La violetta”, proprio con lo scopo di rievocare uno dei momenti più drammatici della guerra.

Cinquant’anni fa, del resto, la memoria di quegli eventi, era ancor più viva rispetto ad oggi, vista la possibilità di accogliere dal vivo – per ragioni anagrafiche – anche le testimonianze di chi quei tragici eventi che cambiarono la storia del “Secolo breve” li aveva vissuti sulla propria pelle.

Per celebrare il cinquantenario di quelle vicende, consegnate alla storia, fu addirittura preparata, ricorda ancora il giornalista, una torta che ricostruiva – in miniatura e in modo assolutamente dolce – lo scenario apocalittico dell’epoca: paesaggio, accampamento, fortificazioni, uomini in armi.

Del resto, proprio sul Monte Chiunzi si posero le basi per la conquista di Napoli, che avvenne soltanto oltre due settimane dopo, quando, però, la città era già riuscita a liberarsi autonomamente dalle forze tedesche nelle “Quattro Giornate” passate alla storia.

 

Andrea Bignardi

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