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Importante successo quello che si preannuncia per il film A Muso Duro, che andrà in onda il 16 maggio su Rai 1. Questa produzione cinematografica si ispira alla storia di Antonio Maglio, il medico italiano che ideò un metodo innovativo per aiutare le persone con paraplegia.
Molto interessante la storia di Maglio, inestricabilmente legata alla realizzazione della prima edizione delle Paralimpiadi, che furono disputate a Roma nel 1960. Il film è diretto dal regista Marco Pontecorvo. L’attore protagonista, che interpreta il ruolo di Antonio Maglio, è Flavio Insinna.
Antonio Maglio ha avuto l’intuizione di utilizzare lo sport a scopo riabilitativo per il recupero psicofisico delle persone affette da paraplegia. È stato proprio lui a volere la fondazione del centro riabilitativo di Ostia Villa Marina.
Secondo ciò che ha detto Flavio Insinna, primo attore di questo film, Maglio è stato un genio. Infatti Flavio Insinna fa notare che proprio Maglio aveva spiegato che non è vero che un disabile non può sentire l’acqua sulla pelle. Per questo aveva avuto l’intuizione di comprare un piccolo peschereccio e di progettare una carrucola in modo che i ragazzi disabili potessero essere calati in mare e potessero fare il bagno.
Per Flavio Insinna l’interpretazione di questo ruolo è stato qualcosa di molto impegnativo, ma anche di emozionante. All’inizio si è mostrato restio e quando il regista gli ha proposto questo ruolo non si sarebbe mostrato subito disponibile, adducendo altri impegni, come per esempio quello con il programma televisivo L’Eredità. Flavio Insinna fa notare che gli sarebbe piaciuto fare il medico.
Nel film A Muso Duro la figura di questo personaggio importante verrà contestualizzata, facendo espliciti riferimenti all’epoca in cui lui è vissuto. Erano gli anni ’50 e la disabilità era concepita in maniera differente rispetto ad oggi. Infatti una persona disabile incontrava molte difficoltà anche a livello lavorativo.
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Il lavoro intrapreso da Antonio Maglio è stato molto importante, per parlare di questi temi e per rompere gli schemi che erano in vigore in quegli anni, facendo in modo che i ragazzi paraplegici si trasformassero in veri e propri atleti.
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Non a caso Antonio Maglio è stato capace di realizzare la prima edizione dei Giochi Paralimpici a Roma, che unirono nello stesso intento più di 400 atleti paralimpici che provenivano da 23 Stati diversi.
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