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Chi è Salvatore Lo Presti: la vera storia dell’agente della scorta di Paolo Borsellino

Il poliziotto Salvatore Lo Presti

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Si chiama Salvatore Lo Presti, il poliziotto che ha lavorato accanto a Borsellino e in molti si chiedono chi è questo ormai uomo che ha vissuto da vicino questa tragedia. Conosciamolo meglio.

Chi è Salvatore Lo Presti

Era luglio del 1992 quando si è verificato l’attentato a Paolo Borsellino e si è trattato di un evento che è entrato nei libri scolastici di storia. Il magistrato girava sempre con una scorta in quanto ha sempre combattuto alla luce del sole contro la mafi e sappiamo benissimo cosa si rischia. Salvatore Lo Presti era un poliziotto che in quel tempo aveva solo 23 anni e avevo il compito di scortarlo ovunque.

Il giorno dell’attentato lui non era in servizio in quanto aveva smontato dal turno di notte e dopo essersi recato a casa si è messo a riposare. Nel pomeriggio viene chiamato dalla fidanzata che lo avverte di accendere la televisione per vedere cosa era appena successo. Erano le 17.30 quando si rese conto di tutto.

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Le prime sensazioni, ha raccontato in un’intervista, sono state quelle di sbigottimento e di sconfitta anche perché dopo quello che era accaduto il 23 di maggio avevano attuato tutte le procedure di protezione nel minimo dettaglio. Salvatore si mette in macchina in direzione Palermo, ma non riuscì a raggiungere il luogo dell’accaduto perché si era sentito male.

Il ricordo della perdita di Falcone

Quello di Borsellino fu il secondo attentato per mano della mafia e Salvatore Lo Presti, nonostante la giovanissima età, era devoto al suo lavoro. Lo faceva con dedizione e determinazione e si trovava con Borsellino quando si seppe di Falcone. Si ricorda ancora il suo volto, un volto perso nel nulla sconcertato, ma quasi consapevole dei rischi del mestiere.

Oltre a questo si ricorda anche il lungo abbraccio che aveva rivolto alla vedova, un gesto paterno e fraterno. Sono moltissimi anni che Lo Presti lavora presso l’ufficio scorta di Palermo perché sente che questo mestiere, o meglio missione, gli scorre nelle vene. Nonostante tutte le perdite di questi anni, quella di Borsellino è quella più crudele che gli rimarrà impressa per sempre.

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