Room prende spunto da una storia vera. Si tratta infatti di un caso di cronaca nera che si è verificato in Austria nel 2008 e che è noto come il caso Fritzl. Una storia orribile, di cui è protagonista una ragazza di nome Elisabeth, che il padre ha tenuto segregata per molti anni in un bunker.
Il titolo Room è molto significativo, perché si riferisce proprio alla stanza, una piccola stanza che assume le dimensioni di un vero e proprio mondo. È proprio all’interno di questa stanza che si svolgono le vicende di una mamma e di un bambino. Ripercorriamo la vicenda per capirne di più.
La madre e il bambino fra emozioni contrastanti
Joy, interpretata da Brie Larson, è la madre. Jack, interpretato da Jacob Tremblay, è il bimbo, che è frutto delle violenze di cui la giovane è stata vittima. Il bambino ha cinque anni ed è sempre vissuto all’interno della stanza segreta, nella quale si trova in una situazione di prigionia insieme alla madre.
Quest’ultima da sette anni vive imprigionata, dopo essere stata rapita da quello che tutti chiamano Old Nick, il carceriere. Il film è incentrato essenzialmente sulla storia tra madre e figlio e sulle emozioni che vivono in quella situazione particolare.
Joy infatti si mostra arrabbiata, stanca e Jack impara tutto quello che c’è da sapere direttamente dalla giovane. Anche lui comunque vive in un mondo “anormale”, fatto di una sola stanza.
Joy è spinta dal suo amore materno nel far sentire suo figlio al sicuro. A volte prova a spiegargli che cosa c’è al di fuori di quella stanza, ma il bambino è incredulo. Ritiene quella stanza buia la sua casa, tanto che non riesce a distaccarsi da quell’ambiente. È proprio lì che il bambino ha imparato a leggere, a giocare, ad immaginare.
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La storia vera del film Room
Il film, come abbiamo detto, si ispira ad una storia vera, che era stata narrata anche in un romanzo. La protagonista dal 1984 al 2008 vive in un bunker sotterraneo che è stato costruito dal padre. È stata una storia terribile, fatta di violenze, che hanno portato alla nascita di sette figli.
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Tre di questi furono adottati dall’uomo, che li ha presentati come adottivi. Un padre aguzzino, la cui storia fece molto scalpore. Per impersonare la giovane Elisabeth, l’attrice del film Brie Larson ha vissuto per un mese in isolamento all’interno di una stanza. Non ha utilizzato strumenti tecnologici per mettersi in contatto con l’esterno.