Un segno dal Cielo. I fedeli di Amalfi non hanno saputo darsi altra spiegazione quando la statua della Madonna del Pino, trafugata nella notte tra il 25 ed il 26 Agosto di nove anni fa dall’omonima cappella di Pastena ha varcato nuovamente la soglia della Cattedrale di Sant’Andrea. Quell’incredulità positiva scioltasi nelle lacrime – per una volta, di gioia – di tanti, giovani ed anziani, credenti e non, che hanno potuto ammirare e venerare nuovamente la “loro” Madonna, in quella sintesi tra iconografia, religiosità popolare e tradizioni del territorio che è uno dei tratti distintivi della Costa d’Amalfi. Una triade fondamentale per cementare l’identità di tante piccole comunità.
Quella della Madonna del “Pino”, però, è una storia a lieto fine. La buona notizia che si contrappone a tante “bad news” che nel 2023 la Costiera Amalfitana è stata costretta, suo malgrado, a subire. Dopo circa nove anni di ricerca, la statua, di autore anonimo, di scuola napoletana, risalente secondo le stime degli storici alla prima metà del 1700, era stata individuata online su un account Instagram ascrivibile ad un antiquario olandese il 25 Novembre 2019 da un giovane di Conca dei Marini, Pierpaolo Milo.
Elemento distintivo nel riconoscimento è stato un caratteristico taglio tra le ciglia e la pupilla dell’occhio destro.
Mettendo insieme i vari tasselli le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, guidata da Giuseppe Borrelli, si sono potute svolgere grazie alla preziosa cooperazione del magistrato italiano di collegamento presso Eurojust: questa ha permesso, infatti, ai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, con la collaborazione della Polizia del Dipartimento dell’International Legal Assistance Centre East, di recuperare l’antica scultura riportandola finalmente ad Amalfi.
L’attività investigativa ha consentito di accertare l’illecita esposizione della scultura della Madonna acquistata presso un mercato di antiquari ad Arezzo per una cifra decisamente più bassa rispetto al suo valore reale, stimato in circa 10mila euro: celata in un trolley da viaggio e portata fino in Olanda, in una cittadina a pochi chilometri da Amsterdam. Di fondamentale importanza si è rivelata la consultazione da parte dei Carabinieri della Banca dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Tutela Patrimonio Culturale, la più grande del mondo, con oltre un milione e trecentomila files relativi a beni da ricercare.
Proprio per via dell’importanza simbolica e sostanziale dell’inchiesta, il Procuratore Giuseppe Borrelli ha voluto essere presente ad Amalfi, evidenziando gli aspetti salienti del ritrovamento e festeggiando, insieme alla comunità locale, il rientro della Madonna del Pino nella sua città.
“Sappiamo di aver fatto qualcosa di particolarmente positivo per la città di Amalfi – ha commentato Borrelli – Sappiamo bene che c’è una forte devozione nei confronti di questa statua, per questo ritenevo opportuno si dovesse celebrare il suo ritorno con una cerimonia pubblica“.
Il destino del trafugamento ha, infatti, accomunato la Madonna del Pino ad altri simulacri rubati nel corso dell’ultimo decennio: tra questi, quello della Statua della Madonna Addolorata sita nella chiesa di San Pietro alla Costa a Ravello e di Santa Maria del Bando ad Atrani. “A distanza di tanti anni si può dire che è difficile risalire agli autori dei furti tranne che in modo casuale – ha proseguito il Procuratore sul punto – Siamo stati attivi in materia al recupero della statua, laddove ci giungano dati che ci consentano di risalire alle altre opere certamente approfondiremo“.
All’importante testimonianza del procuratore Borrelli si è aggiunto il ricordo commosso del parroco del Duomo di Amalfi, Don Antonio Porpora: “Ricordo il senso di costernazione dinnanzi alla nicchia rimasta vuota, sebbene fosse stata sostituita con una pregevole statua questa non è andata mai sopita, così come la speranza che ha preso il posto di una profonda convinzione – ha commentato il Parroco della Cattedrale di Amalfi – Oggi siamo qui a fare festa, ed a ringraziare il Signore perché le nostre speranze non sono andate deluse. Oltre al disegno di Dio che certamente intravediamo c’è stata anche l’importante mano degli uomini“.
Un ritrovamento, dunque, che assume valenza collettiva. E che, in quanto tale, è onorato anche dalle istituzioni cittadine.
“Il sentimento di Amalfi è di gratitudine: grazie a chi ha reso possibile la restituzione della statua, grazie alle donne ed agli uomini che sono riusciti a riportare la Madonna del Pino ad Amalfi – ha commentato il Sindaco Daniele Milano – Rubare è un reato, rubare una statua da una chiesa è un gesto brutto non solo perchè sottrae qualcosa, ma perchè vilipende una comunità che crede“.
Dietro una commedia cult si nasconde una storia personale che ha lasciato segni profondi: la…
Con il calendario dei ponti 2026 puoi pianificare fino a 31 giorni liberi con soli…
Come prepararsi al nuovo anno: cinque oggetti da eliminare per un decluttering efficace. Così sarà…
Dopo il successo da bambina ne "Il Grinch", Taylor Momsen ha lasciato la recitazione per…
Il Natale a Tramonti entra nel vivo con due appuntamenti pensati per grandi e piccoli, capaci di…
Un segno zodiacale vivrà un Natale complesso, segnato da un distacco importante. Le stelle suggeriscono…