Rinascere, film prodotto interamente dalla Rai, in onda questa sera, 8 maggio, su Rai 1, è stato tratto dal libro, inedito dalla Rizzoli, scritto da Manuel Bortuzzo. Nel libro si parla della sua vita, ma attenzione che non parla della sua vita prima di finire su una sedia a rotella, ma parla della sua vita iniziata in un letto di ospedale.
Il personaggio televisivo di Manuel lo conosciamo perché, dopo l’incidente, è stato spesso contattato come ospite in televisione. Diventato opinionista ed è stato uno dei concorrenti più apprezzati all’interno del Grande Fratello Vip di quest’anno.
La collaborazione di Manuel Bortuzzo
Riassumendo la vicenda di Manuel Bortuzzo, sappiamo che è stato raggiunto da alcuni colpi di pistola alla schiena per un fatale scambio di persona. Il video che mostra l’accaduto è stato mandato in onda diverse volte nei telegiornali. Oggi lo conosciamo come un ragazzo sorridente, atleta agonistico nel settore del nuoto, personaggio televisivo e opinionista. Questo è quello che vediamo oggi, ma cosa c’è stato in passato.
Finire con un proiettile nella schiena a 20 anni è certo un’esperienza che cambia, ma se da quell’incidente poi si hanno delle lesioni permanenti? Come reagire?
Il film Rinascere, tratto interamente dal libro scritto da Manuel Bortuzzo. Il giovane mette a nudo, in parte, la sofferenza della lunga terapia. Parla di una vita che non era quella pensata e dalla condizione che ha cambiato interamente i suoi progetti futuri. Non solo, ci sono momenti e periodi che hanno cambiato perfino gli impegni sociali. I problemi di tutti i giorni, la dura lotta per continuare a nuotare.
Per riuscire a strutturare una sceneggiatura cinematografica, dove ci sono molti stralci di vita inediti, è stata necessaria la collaborazione di Manuel Bortuzzo. In questo film il ragazzo si mette a nudo totalmente, con tutte le sue fragilità.
Curiosità sul film
Tra le curiosità del film di Rinascere, che sono molte, c’è finalmente la spiegazione del numero 12 che il ragazzo si è fatto tatuare sulla schiena. Essi sono i 12 millimetri di distanza del proiettile dalla perforazione dell’aorta addominale. Se fosse stata raggiunta il ragazzo sarebbe morto in pochissimi minuti.
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Il ruolo di Manuel Bortuzzo è stato affidato a Giancarlo Commare, ma nelle scene di nuoto, la sua controfigura è Kevin Bortuzzo, fratello di Manuel. Nella lunga trama ci sono molte scene intense che hanno commosso il giovane atleta. Quest’ultimo ha rivissuto momenti in cui realmente ha pensato di farla finita.
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Dunque è un film “ricco” di cose non dette, ma soprattutto è una storia vera, resa tale proprio dalla stretta collaborazione del Bortuzzo e della sua famiglia.