Proporre ricorso al Tar contro una decisione “inattesa”: Marcello Gambardella, ceo di Tra.Vel.Mar., non condivide la sanzione comminata dall’Ufficio Locamare di Maiori che ha contestato la violazione del nuovo regolamento accosti della Capitaneria di Porto lo scorso 9 Febbraio, all’indomani del vertice in Prefettura fissato su sollecitazione dei sindaci della Conferenza per trovare una soluzione ad una situazione che mette in allerta compagnie ed istituzioni del territorio in vista della prossima stagione estiva.
L’imbarcazione della ditta che eroga il servizio marittimo di trasporto pubblico di linea ha una lunghezza di 27 metri: quattro in più rispetto al limite massimo sancito dal nuovo regolamento accosti (23 tra i metri 95 e 117 della banchina).
“Non ce l’aspettavamo – ha commentato Gambardella ad Amalfinotizie – anche perchè dall’uscita dell’ordinanza avevamo fatto una richiesta di deroga, processata dalla Capitaneria di Maiori. Dopo la riunione ci aspettavamo, visto il periodo di bassa stagione, e dato il fatto che operiamo con questi mezzi da anni, una decisione diversa. E’ stata un messaggio politico da parte della Capitaneria, nel dire: non c’è voglia di trovare una soluzione da parte dell’autorità marittima“.
Le ragioni della Capitaneria di Porto di Salerno, che vuole tutelare la piena sicurezza in mare, ribadite anche nel corso dell’incontro di giovedì, si sono scontrate, dunque, ancora una volta con quelle delle compagnie di navigazione che temono gravi ripercussioni per il servizio e conseguenze particolarmente negative per l’utenza.
“Venire a fare un verbale ad una nave che è di appena 26 metri, in un porto in cui c’è assenza di movimentazione mi sembra soltanto espressione della volontà di inasprire le posizioni – ha aggiunto il ceo di Tra.Vel.Mar che, nonostante la fumata nera dell’incontro di giovedì si sarebbe aspettato un epilogo diverso della vicenda – Sembrava che da qui a 15 giorni dovesse esserci una riconvocazione per gettare benzina sul fuoco“.
Se a Maiori i limiti sono dimensionali, infatti, a Positano ed Amalfi c’è invece il problema dell’intervallo di cinque minuti tra un accosto e l’altro che causa, secondo l’armatore di Tra.Vel.Mar. “una riduzione del servizio pura e diretta“.
“La nostra preoccupazione – ha proseguito Gambardella – è la capacità di trasporto: tra poco più di un mese, infatti, inizieranno flussi di ben altra dimensione. Nel caso in cui venga mantenuto lo status quo, anche le tariffe rischiano di cambiare. Noi facciamo un servizio pubblico senza nessun tipo di contributo da parte della Regione e di alcun’ altra amministrazione“.
Timori anche per un incremento dei prezzi ai quali sarà erogato il servizio dopo la rimodulazione: “A fronte ad un calo della capacità di trasporto dei mezzi che non può essere compensata da un aumento delle corse, ci saranno ripercussioni anche sul regime tariffario. I prezzi tenderanno a crescere. C’è da riprogrammare un intero servizio: le modifiche introdotte sono sostanziali rispetto ad un equilibrio del servizio che era stato sancito negli anni“.
“Stiamo valutando ricorso al Tar nei confronti di un’ordinanza “scellerata” attivandoci, al contempo, anche con gli enti locali per cercare di scongiurare questa problematica, che ha una ricaduta sull’intero territorio – ha aggiunto Gambardella – Il ragionamento della Capitaneria è al di fuori dei canoni istituzionali, il provvedimento andava concordato nei mesi precedenti e non arrivare direttamente a gennaio con un provvedimento così forte“.
Se per la navigazione di linea sono tate adottate regole più restrittive, invece, è proprio sul diporto che secondo l’amministratore della Tra.Vel.Mar c’è la necessità di compiere una più decisa regolamentazione: “Il regolamento, per quanto ci riguarda, non è andato a coprire dei vuoti, esistevano ordinanze già dal 2009: non c’è mai stato un sinistro marittimo che ha coinvolto le navi passeggeri, mentre nel diporto, sappiamo bene cosa è accaduto, eppure non c’è stata alcuna nuova regolamentazione normativa su questo tipo di attività“.