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Tramonti, elezioni comunali: Imperato presenta ricorso al Consiglio di Stato

Armando Imperato

Tramonti. Ha presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione assunta dalla prima sezione salernitana del Tar appena venerdì scorso Armando Imperato, il candidato sindaco della compagine “Terra Operosa” la cui lista è stata ricusata dalla Terza Sottocommissione Elettorale con sede ad Amalfi. Situazione, questa, confermata dai giudici amministrativi salernitani nella sentenza di venerdì scorso.

Alla compagine del già sindaco della cittadina interna della Costiera Amalfitana erano stati contestati svariati vizi che avrebbero pregiudicato la validità delle firme presentate: secondo i commissari, le sottoscrizioni non sono sarebbero state apposte sui moduli appositamente prescritti dalla legge e con i dati richiesti; sarebbe mancata la spillatura dei tre fogli allegati al foglio principale. Inoltre, non sarebbero stati riportati nei fogli separati né il contrassegno di lista né la lista contenente i nominativi dei candidati alla carica di consigliere comunale. Una visione, questa, avallata dai giudici del Tar.

La non validità dei moduli allegati avrebbe reso, di conseguenza, anche insufficiente (15 a fronte di un minimo di 30) il numero di firme necessarie ad avallare la presentazione della lista.

Tutti motivi, questi, contro i quali il leader della compagine “Terra Operosa”, assistito da un team di amministrativisti composto dal prof. Angelo Clarizia e dagli avvocati Oreste Agosto ed Angelo Bove, si è opposto con forza, facendo leva su dottrina vigente e recenti evidenze della giurisprudenza.

Le argomentazioni della sottocommissione sono violative del principio della strumentalità delle forme e la stessa ha omesso di valutare una serie di elementi e circostanze concrete e sostanziali che dimostrano la legittimità della presentazione della lista“, si legge nel ricorso presentato al grado più alto della giustizia amministrativa.

In particolare, in riferimento alla mancata spillatura dei fogli, la parte ricorrente ha sottolineato come sia stato dato maggior rilievo agli aspetti formali che all’effettiva sostanza della documentazione: “Le motivazioni della sentenza che hanno confermato quelle contenute nel verbale di ricusazione impugnato sono meramente formali, limitandosi ad affermare la mancanza di spillatura dei 3 fogli allegati al documento principale della lista sottoscritta. La mancanza della spillatura dei fogli non è motivo di ricusazione, con palese violazione dell’art. 28 del d.p.r. n. 570/1960“.

Ulteriore elemento che renderebbe valide le sottoscrizioni presentate è la sua autenticazione da parte di un giudice di pace: “è sicuramente ancor più garantista di ogni altra forma di spillatura o timbratura“.

La spillatura, contrariamente a quanto afferma il Tar – specificano, infatti, gli amministrativisti nel presentare i motivi del ricorso – non ha alcun valore e la sua mancanza non è motivo di ricusazione. Viceversa, i dati sostanziali innanzi specificati e non valutati dal giudice di prime cure dimostrano la consapevolezza di tutti i firmatari di voler presentare la lista, il candidato sindaco ricorrente con il simbolo “Terra Operosa Armando Imperato”.

Rilievi sono stati evidenziati, infatti, anche sull’assenza dei nominativi dei candidati alla carica di consigliere comunale sui moduli aggiuntivi: “Non è tuttavia da escludere che, in determinate e particolari circostanze, la volontà degli elettori firmatari emerga in maniera univoca da altri elementi, che possono emergere nel corso del procedimento ovvero in sede giurisdizionale e che, in virtù del generale principio di strumentalità delle forme, consentono di ritenere comunque indubbio il loro sostegno alla lista”.

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