E’ previsto questo pomeriggio un incontro tra le Regioni ed il Governo per discutere sulle riaperture, anche in zona rossa, e sugli spostamenti.

Come riporta il Corriere della Sera, sono sei le pagine della bozza, divisa in tra capitoli: Ristorazione, Palestre e piscine e Cinema e spettacoli dal vivo. Ristoranti aperti sia a pranzo che a cena e così bar, pizzerie, trattorie, pub, pasticcerie, gelaterie e rosticcerie, anche nei territori con «scenari epidemiologici ad alto rischio».

Ecco dunque cosa chiedono le Regioni al Governo:

Spostamenti tra regioni

Uno degli argomenti all’ordine del giorno riguarda lo spostamento tra le regioni. I governatori chiedono che sia autorizzato almeno tra regioni gialle. Su questo è stato esplicito il presidente della Liguria Giovanni Toti: «Gli alberghi e le altre strutture sono aperti ma se le persone non possono spostarsi sono destinati al fallimento».

Ristoranti

Per consentirne la riapertura anche nelle regioni rosse, le regioni propongono di integrare le misure attuali «con strategie di screening/testing». Misurazione della temperatura all’ingresso, divieto di assembramento davanti ai locali, ingresso su servizio prenotazione (non obbligatorio). La misura su cui i governatori puntano è il distanziamento dei tavoli che devono essere disposti «in modo da assicurare il mantenimento di almeno 2 metri di separazione tra i clienti di tavoli diversi negli ambienti al chiuso e almeno 1 metro di separazione negli ambienti all’aperto (giardini, terrazze, dehors).

Per il resto le misure non cambiano: mascherine anche per i clienti quando non sono al tavolo, menu digitale o in stampa plastificata, disinfezione delle superfici dopo ogni servizio. Ma che succede quando i locali non dispongono di posti a sedere? L’accesso è consentito «a un numero limitato di clienti per volta», assicurando la distanza di 2 metri tra le persone anche per le consumazioni al banco. Va privilegiato «ove possibile» l’uso di spazi esterni e incentivata l’apertura di porte e finestre. L’aria condizionata si può usare solo escludendo la modalità i ricircolo. Via libera anche al buffet, purché i clienti non tocchino i cibi e si presentino con la mascherina indossata.

Palestre

Per le regioni, seguendo le linee guida, queste strutture possono aprire anche in scenari ad alto rischio. Gli ingressi e le attività devono essere pianificati (es.con prenotazione) e regolamentati per evitare assembramenti. Può essere rilevata la temperatura corporea e impedito l’accesso oltre i 37,5 gradi. Spazi, spogliatoi e docce vanno organizzati in modo da garantire la distanza di 2 metri, che può diventare 1 quando non si svolge attività fisica. Le macchine delle palestre devono essere disinfettate dopo ogni uso. Porte e finestre devono restare aperte «il piu possibile».

Piscine

La proposta delle regioni si occupa delle piscine pubbliche e di quelle «finalizzate a uso collettivo». La densità di affollamento in vasca «è calcolata con un indice di 7mq di superficie di acqua a persona», quindi ridotta rispetto ai 10 metri consentiti quando le piscine erano state riaperte. Nelle aree verdi e nelle aree solarium deve essere garantita una superficie di 10 mq per ogni ombrellone e la distanzia di 1 metro tra lettini e sdraio. Prima di entrare in vasca è obbligatoria la doccia saponata. «È obbligatorio l’uso della cuffia, è vietato sputare, soffiarsi il naso, urinare in acqua». I frequentatori «devono rispettare rigorosamente le indicazioni di istruttori e assistenti ai bagnanti. I gestori dovranno privilegiare gli accessi tramite prenotazione e, ove possibile, provvedere a una segnaletica che, anche attraverso monitor o maxi schermi, faciliti gli spostamenti, la gestione dei flussi e il rispetto delle regole. Il distanziamento dovrà essere di due metri: ad esempio prevedendo postazioni d’uso alternate o separando le postazioni con apposite barriere.

Cinema e spettacoli

Anche qui le regioni pensano che le misure della loro proposta «possano consentire il mantenimento dell’attività anche in scenari epidemiologici definite ad alto rischio, purché integrate con strategie di screening/testing». Tra gli utenti, conviventi esclusi, è raccomandata una distanza interpersonale di «almeno 1 metro». Se possibile privilegiare l’accesso su prenotazione. Potrà essere rilevata la temperatura e vietato l’ingresso con febbre oltre 37,5. La cassa deve essere dotata di barriere fisiche. Non si può assistere agli spettacoli in piedi e i posti a sedere vanno distanziati lasciando «almeno 1 metro» tra uno spettatore e l’altro «sia frontalmente che lateralmente» con mascherina obbligatoria. Se viene lasciata la facoltà di non indossare la mascherina quando si sta seduti, la distanza è raddoppiata a 2 metri. Porte e finestre devono essere lasciate aperte il più possibile. Nei guardaroba, indumenti e oggetti personali «devono essere riposti in sacchetti porta abiti».

Concerti

Particolari misure sono previste per gli orchestrali, che devono mantenere la distanza di almeno un metro dagli altri musicisti. Per gli strumenti a fiato la distanza aumenta a 1,5 metri e il direttore deve stare a 2 metri dai professori d’orchestra. «Per gli ottoni ogni postazione dovrà essere provvista di una vaschetta per la raccolta della condensa, contenente liquido disinfettante». Gli orchestrali dovranno evitare l’uso di spogliatoi promiscui.

Teatro

La misura chiave è la distanza interpersonale anche durante le prove, nelle aree trucco, nel laboratori sartoriali etc. «L’uso promiscuo dei camerini è da evitare salvo assicurare un adeguato distanziamento interpersonale unito a una adeguata pulizia delle superfici». Artisti e personale devono indossare la mascherina «quando l’attività non consente il rispetto del distanziamento». Per manipolare gli oggetti di scena, gli attori devono indossare i guanti. I costumi di scena non possono essere condivisi se non vengono prima igienizzati.

Danza

La proposta delle regioni riconosce che nella danza è complicato usare mascherine e applicare il distanziamento per cui nella bozza è scritto che «devono essere prese in considerazione anche altre misure di mitigazione» definite alle singole compagnie e assimilabili a quelle delle palestre e degli sport di squadra. In particolare vanno attuate «riduzione del numero totale delle persone», anche grazie a turni, riorganizzazione delle attività «anche con collegamento a distanza» e obbligo per i danzatori di indossare la mascherina e mantenere la distanza di almeno un metro «quando non direttamente impegnati in allenamento/spettacolo».