Revocare la costruzione della Galleria Maiori-Minori. Questo l’auspicio del Comitato Tuteliamo la Costiera Amalfitana, i cui rappresentanti sono intervenuti in seguito alla segnalazione presentata, da tre cittadini di Minori, alla Procura della Repubblica e ad altre autorità competenti riguardo all’esistenza di enormi cavità sotterranee nel tratto di strada che collega le due città costiere.
Le preoccupazioni relative alla realizzazione della galleria in quella zona, dovrebbero innescare, infatti, secondo i membri del Comitato, “come conseguenza logica in uno Stato di Diritto, diverse considerazioni e azioni da parte delle autorità interpellate”, non escluso lo stop alla costruzione del traforo.
Nelle riflessioni dei membri del Comitato tornano protagonisti alcuni dei punti che hanno contraddistinto sia la lettera indirizzata alla Procura ed alle istituzioni da parte di tre cittadini minoresi, dello scorso 10 Novembre, sia perplessità evidenziate da parte di Italia Nostra.
“Considerando inoltre che nella zona, e in prossimità dell’imbocco previsto per la galleria, esiste un’altra grotta, quella dell’Annunziata, che è stata dichiarata monumento nazionale con vincolo ambientale sin dal 1990, ciò dovrebbe aumentare considerevolmente l’impegno per la salvaguardia dell’area da parte delle Autorità competenti o interpellate nel citato esposto – ha proseguito la nota del Comitato – Per cui si rende necessaria e consequenziale l’attivazione di studi geologici dettagliati per valutare la stabilità del terreno e l’impatto delle cavità sotterranee sulla sicurezza strutturale della galleria progettata. Questo potrebbe includere la mappatura delle cavità e l’analisi dei rischi di frane o crolli. Oltre ovviamente ad una valutazione di carattere speleologico sul valore ambientale delle cavità esplorate“.
Inoltre, data la memoria di eventi alluvionali storici e la presenza di beni artistico-monumentali e anche di alto valore ambientale, come i terrazzamenti, dovrebbero, secondo i membri del Comitato, essere intraprese anche azioni che si pongano lo scopo di preservare e proteggere il patrimonio culturale ed ambientale dell’area.
“Valutazioni approfondite dovrebbero spontaneamente essere fatte, dagli Enti preposti, sull’impatto che la costruzione della galleria potrebbe avere sul monumento nazionale vincolato e sull’ecosistema circostante oltre che sul paesaggio, oggetto di vincolo, sicuramente minacciato dalla realizzazione di una struttura invasiva e complessa – ha proseguito la nota del Comitato – Questo implica non solo considerazioni geologiche, ma anche storiche e culturali. Le autorità locali dovrebbero collaborare strettamente con il Ministero della Cultura per assicurarsi che tutte le misure prese rispettino i vincoli imposti sulla Grotta dell’Annunziata, su altre aree protette e sulle cavità da esplorare e catalogare“.
Il progetto del traforo presenterebbe, infatti, rischi giudicati eccessivi sia per la presenza di un bene monumentale vincolato, sia per la presenza delle stesse cavità che anch’esse potrebbero costituire un ulteriore elemento di arricchimento del patrimonio ambientale e culturale. Le autorità, dunque, potrebbero valutare ulteriori alternative al progetto della galleria, “inclusa la possibilità di non procedere con la costruzione”.
“Un buco artificiale accanto alla Grotta dell’Annunziata è già da solo una grave effrazione al paesaggio e all’area vincolata, e di ciò non si è tenuto minimamente conto – ha continuato, ancora, la nota di Tuteliamo – Inoltre sono auspicabili opportune indagini che accertino la mancanza di qualunque irregolarità nelle procedure di approvazione o nell’attuazione del progetto della galleria; sarebbe necessario un rafforzamento delle normative di costruzione e sicurezza in
aree con simili peculiarità geologiche e ambientali“.
Maggior coinvolgimento del parere della comunità locale, inoltre, sarebbe stato necessario secondo i membri dell’organizzazione ambientalista.
“In un Paese democratico e civile, membro della Unione Europea e rispettoso delle normative sovranazionali, le comunità locali vanno coinvolte nel processo di revisione e decisione, tenendo conto delle loro preoccupazioni e suggerimenti, per garantire che le decisioni prese siano a beneficio e con il consenso delle stesse – ha concluso il Comitato evidenziando che le istituzioni locali avrebbero lanciato, nel tempo, soltanto segnali contrastanti – Concetti che, al contrario, dovrebbero essere impliciti e sottintesi nell’azione della Pubblica Amministrazione, come anche oggetto di costante menzione e attenzione da parte di quelle
forze politiche e rappresentanti istituzionali sensibili a queste problematiche. La meritoria iniziativa degli estensori dell’esposto ci rafforza nella convinzione che la partecipazione dei cittadini possa cambiare il corso delle cose, e soprattutto ridimensionare la tracotanza con cui alcuni soggetti istituzionali interpretano il loro mandato di rappresentanza, addivenendo ad una gestione quasi privatistica della “Res publica”.
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