Fu tra i primi componenti dell’ente regata. Uno di quei convinti sostenitori del progetto ideato dall’onorevole Francesco Amodio e dal pisano Mirro Chiaverini che intese mettere insieme le quattro repubbliche per un palio remiero giunto alla sua 66esima edizione previsto per domenica 5 giugno ad Amalfi.
Andrea Milone, meglio conosciuto con il vezzeggiativo di Endrù, memoria storica di quegli anni. Un pozzo inesauribile di aneddoti e particolari legati ai primi e mai sbiaditi anni in cui le quattro città iniziarono a sfidarsi.
Vi riproponiamo un’intervista del 2016 nella quale ci ha raccontato i suoi ricordi legati alla prima Regata delle Repubbliche Marinare, svoltasi nel 1956 a Pisa: «La preparazione della prima Regata delle Repubbliche Marinare iniziò due anni prima, quando ci fu la richiesta sindaco di Pisa, che trovò la piena approvazione dell’allora primo cittadino di Amalfi, Amodio. Genova tentennò un po’, Venezia avendo tante regate già previste non era per nulla d’accordo. Poi grazie all’intervento del ministero del turismo riuscimmo ad avere l’assenso di tutti. Preparammo i costumi e le scenografie e partimmo in novanta da Amalfi, di cui otto ragazzi e quattro bambini come paggetti, alla volta di Pisa. Prima fermata del nostro viaggio a Latina, dove cercammo un punto di ristoro, anche se vista l’ora tarda non trovammo nulla. Ripartiti ci fermammo alle 6 del mattino circa a Grosseto, dove trovammo un albergo appena fuori l’autostrada. Guirino, un custode del comune, preso dall’enfasi di entrare nell’albergo, non accorgendosi della presenza della vetrata, nascosta da una tenda composta dai tappi delle birre Peroni, un’usanza abbastanza tipica allora, lo sfondò completamente. Invademmo quindi l’alberghetto per poter prendere un caffè, creando non poco imbarazzo a coloro che ci lavoravano. Visto che con l’allegria e il furore che ci portavamo dietro creammo un po’ di caos. La sosta successiva fu in un convento delle suore, dove da buoni amalfitana contagiammo anche le abitanti del convento con la nostra allegria. Arrivati ci sistemarono in un salone enorme, diviso da alcuni tramezzi di legno, se nonché vicino alla nostra postazione c’erano i ragazzi di Venezia. Ad alcuni dei nostri figuranti venne la “voglia” di guardare aldilà del tramezzo, quindi crearono dei piccoli buchi. A forza di creare buchi nel tramezzo, questo cadde e rimanemmo all’aperto noi e Venezia, con gli atleti veneziani praticamente mezzi nudi visto che si stavano cambiando».
Poi Milone, componente del primo comitato organizzatore della Regata delle Repubbliche Marinare ad Amalfi, si sofferma sull’importanza di una manifestazione tanto importante per il paese capofila della Costiera Amalfitana: «A livello turistico è una manifestazione che pone Amalfi all’attenzione di tutta Italia. Noi siamo un piccolo paese rispetto alle altre tre grandi città, ma siamo sicuramente i più preparati e generosi. Ricordo che quando organizzammo per la prima volta la regata ad Amalfi, avremmo dovuto portare a cena all’albergo dei Cappuccini i componenti delle altre squadre. Saremmo dovuti essere poco più di 150, ma si presentarono circa 350 persone, nonostante le ovvie difficoltà nel contenere tutte quelle persone riuscimmo a far mangiare tutti e gli mostrammo un spettacolo di fuochi d’artificio di circa 45 minuti, ricevendo tantissimi complimenti da tutti per l’accoglienza che gli avevamo riservato. Per quanto riguarda gli atleti, all’epoca si trattava principalmente di pescatori, che dopo il lavoro si dedicavano agli allenamenti. Il comitato organizzatore li sosteneva dando a loro mille lire per ogni presenza gli allenamenti».