Sgravi sulla Tari per per b&b e case vacanze ma non per gli alberghi, otto imprenditori di Ravello ricorrono al TAR. Il comune della Città della Musica la scorsa estate aveva approvato misure agevolative per la riduzione dei tributi allo scopo di alleggerire la pressione fiscale sulle attività del comparto turistico, fortemente compito dall’emergenza Covid. All’interno della deliberazione, in applicazione del “metodo ARERA”, era stato incluso il settore extralberghiero ma, in maniera clamorosa, agli alberghi è stata preclusa questa possibilità.

Gli otto imprenditori, infatti, hanno ricevuto le cartelle con applicazione della tariffa piena, nessuna differenza tra il 2019, anno che aveva fatto registrare un boom di presenze, e il 2020 fortemente condizionato dall’emergenza sanitaria. Gli albergatori di Ravello nello scorso mese di novembre, attraverso Confindustria Salerno, avevano richiesto all’ente guidato dal sindaco Salvatore Di Martino di attivare le azioni di sostegno nei confronti degli albergatori alla luce della determinazione ARERA.

Ricordiamo che quest’ultima consentiva ai Comuni la possibilità di applicare agevolazioni correlate agli effetti dell’emergenza Covid-19. Non ottenendo alcuna risposta al sollecito, i rappresentanti legali delle strutture alberghiere hanno chiesto all’ente comunale di procedere, in autotutela, alla revisione delle deliberazioni approvate al fine di attuare in maniera puntuale la norma agevolativa. E’ seguita una ulteriore missiva da parte di Confindustria Salerno, nello scorso mese di febbraio, con la quale aveva diffidato l’ente guidato da Di Martino a ridurre la tariffa della Tari ma anche a questa ulteriore richiesta non è arrivata alcuna risposta. Nel corso dei mesi ulteriori tre richieste sono state avanzate da consorzio turistico Ravello Sense, che raggruppa circa trenta aziende, ma da Palazzo Tolla nessuna replica. Per le strutture ricettive della Città della Musica e dell’intera Costiera Amalfitana il 2020 è stato un anno horribilis.

L’economia di questo territorio è strettamente legata al turismo e il blocco degli arrivi ha determinato una situazione di grave crisi. Per questo motivo in molti comuni, non solo della Divina, le amministrazioni hanno optato per un sostegno, attraverso gli sgravi sulla quota variabile della Tari, un modo per alleggerire il peso fiscale in capo alle strutture ricettive. Per far valere i loro diritti gli albergatori di Ravello, rappresentati dagli avvocati Francesco e Paolo Accarino, hanno presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale.

I titolari delle strutture ricettive in questione chiedono al TAR di dichiarare l’illegittimità del silenzio del Comune di Ravello sull’istanza di autotutela. A questo punto l’ente comunale sarà costretto ad esprimersi sia in un senso che nell’altro, anche laddove ritenesse irricevibile la richiesta presentata dagli albergatori.

Alternativamente potrebbe decidere di accogliere la richiesta di adeguamento della Tari presentata a più riprese dagli albergatori. Quel che stupisce è il fatto che lo sgravio fiscale concesso alle strutture extralberghiere non sia stato previsto anche per il comparto che rappresenta il cuore pulsante dell’economia di Ravello.