Ravello incanta Vittorio Sgarbi: il sottosegretario alla Cultura è stato questa mattina in visita alla Città della Musica, in un tour tra alcune delle sue bellezze più rappresentative.
Una tappa, quella nel locus amoenus per eccellenza della Divina, che l’esponente del Governo Meloni, noto critico d’arte, non poteva lasciarsi sfuggire in seguito alla partecipazione, ieri sera, con un’ apprezzata lectio magistralis nell’ambito delle celebrazioni in memoria del Beato Gerardo Sasso, tenutesi a Scala.
In tarda mattinata Villa Rufolo ha accolto il Sottosegretario.
Sgarbi, più volte a Ravello negli anni passati, si è concesso un rapido giro del paese e, conoscendo da tempo Villa Rufolo, è stato rapito, come se fosse la prima volta, dall’affaccio del belvedere, curiosando poi, accompagnato dal Direttore Maurizio Pietrantonio, tra le stanze della Villa, i giacimenti culturali che custodisce e la Torre Maggiore dove si trova una copia del busto di Sigilgaida della Marra. Sgarbi ha poi voluto rivedere l’originale del busto marmoreo e si è così recato nel Duomo e nel museo diocesano, accolto dal Parroco Don Angelo Mansi.

Breve ma intensa tappa, quella del sottosegretario, anche alla Rondinaia, il buen retiro dello scrittore Gore Vidal, tra i più emozionanti siti storici della città della Musica, espressione aurea dell’architettura del primo ‘900. Sgarbi non si è risparmiato nello scambiare qualche battuta con il personale della struttura, oggi divenuta una residenza esclusiva. In foto il Sottosegretario insieme allo chef de “La Rondinaia” Enrico Ruggiero.
Il Sottosegretario si è, poi, concesso una pausa rilassante in una delle strutture alberghiere più esclusive della Costiera Amalfitana: Palazzo Avino, citando una frase de L’Immoralista di Andrè Gide, opera del 1902, per descrivere la bellezza della città della musica:
“Vicino a Salerno, lasciando la costa, avevamo raggiunto Ravello. Là, l’aria più pungente, la seduzione delle rocce piene di anfratti e sorprese, la profondità misteriosa dei precipizi, accrescendo le mie forze e la mia gioia, favorirono nuovi slanci. Più vicina al cielo di quanto non sia lontana dalla riva, Ravello sorge su una balza scoscesa di fronte alla riva piatta e lontana di Paestum“.

