Ospite d’onore del Ravello Festival il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres che dopo aver preso parte al G20 per l’ambiente di Napoli, si sta concedendo un periodo di relax in Costiera. Accompagnato dalla famiglia e scortato da un imponente servizio d’ordine, Guterres, prima di prendere parte al concerto in omaggio ad Enrico Caruso si è concesso una lunga visita in Villa Rufolo. Accolto dal Presidente, Diomede Falconio, dal direttore generale, Maurizio Pietrantonio e dallo staff della Fondazione Ravello, il Segretario non ha lesinato parole di apprezzamento per la bellezza del Complesso monumentale e per l’ospitalità. Melomane, già consigliere di amministrazione della Fondazione Calouste Gulbenkian, Guterres ha confidato di concedersi spesso visite nei luoghi dove si fa musica e, vista la sua permanenza in Costiera, non poteva mancare ad un concerto del Ravello Festival. Durante la visita, il discorso ha anche toccato il Teatro di San Carlo di Napoli, tirato in ballo dal fatto che il teatro di Lisbona, città natale di Guterres, si chiama proprio “Teatro Nacional de São Carlos” e assomiglia molto al massimo partenopeo. Tra differenze e analogie, il Segretario si è fatto scappare anche una similitudine sociologica tra “La gente di Lisbona che è solo un po’ più triste di quella di Napoli”. Battuta di spirito prima di accomodarsi in platea e godersi la serata.

Il concerto ha chiuso gli appuntamenti in cartellone al Ravello Festival in onore di Enrico Caruso e ha ospitato due voci che rappresentano il seme gettato da Don Enrico oltreoceano: Lawrence Brownlee e Michael Spyres.

Sul Belvedere di Villa Rufolo l’Orchestra Filarmonica Salernitana Giuseppe Verdi diretta da un’inappuntabile Michael Balke direttore Principale del Teatro di St. Gallen. I due tenori, hanno interpretato con straordinaria presenza parte del grande repertorio rossiniano, dall’Otello alla Elisabetta Regina d’Inghilterra, fino a Ricciardo e Zoraide, al quale si sono aggiunti “Seul sur la terre” dal Don Sebastiano di Donizetti, “Pays merveilleux…O paradis”da l’Africaine di Meyerbeer, “Au fond du temple” da Les pêcheurs de perles di Bizet per chiudere con l’intramontabile “’O sole mio”.

Voci possenti e profonde che hanno trovato nella Filarmonica diretta da Balke un accompagnamento di grandissimo spessore nonostante un’umidità davvero fastidiosa che ha messo a dura prova i maestri d’orchestra. Applausi più che meritati da parte del pubblico ai quali si sono aggiunti quelli di António Guterres rimasto incantato da Villa Rufolo, dal palco del Belvedere e dall’esecuzione. Prima di lasciare la Villa, Guterres si è intrattenuto, per un breve ma cordiale saluto, con il Sindaco di Ravello, Salvatore Di Martino, e con il Vice capo di Gabinetto della Regione Campania nonché consigliere di indirizzo della Fondazione, Almerina Bove, entrambi presenti al concerto.