Cultura

Ravello crocevia della storia d’Italia nel volume di Avagliano e Palmieri

Mario Avagliano e Marco Palmieri danno appuntamento a Ravello. Domenica 24 aprile, nella splendida cornice di Villa Rufolo, la presentazione del volume “Paisà, sciuscià e segnorine. Il Sud e Roma dallo sbarco in Sicilia al 25 aprile”. Presenti anche il sindaco Paolo Vuilleumier e il delegato alla cultura Luigi Mansi.

L’auditorium di Villa Rufolo si conferma centro nevralgico della cultura. È qui che Mario Avagliano, scrittore metelliano classe ’66, presenterà – con Marco Palmieri – la sua ultima opera letteraria. Si chiama “Paisà, sciuscià e segnorine. Il Sud e Roma dallo sbarco in Sicilia al 25 aprile” ed è una rievocazione storica di un momento particolarmente importante per la storia del Mezzogiorno e del Belpaese.

Appuntamento alle ore 17 nella splendida cornice dell’auditorium di Villa Rufolo, adiacente a Palazzo Episcopio. Proprio il luogo in cui il 24 aprile del 1944 prestò giuramento il primo governo di unità nazionale e in cui Re Vittorio Emanuele III soggiornò dall’11 febbraio al 15 luglio dello stesso anno, firmando, il 5 giugno, il passaggio luogotenenziale al figlio Umberto.

Per queste ragioni l’iniziativa assumerà un particolare significato considerato anche l’attuale contesto storico che ci ricorda più che mai il valore prezioso della democrazia. E proprio a Ravello, in quel momento determinante della Storia Patria, si sono gettate le basi dell’Italia democratica e repubblicana.

Il Comune di Ravello, in collaborazione con l’Associazione Giornalisti di Cava e Costa d’Amalfi, patrocinerà l’evento. Il comune della Costiera diventa crocevia della storia d’Italia.

È stato chiamato «l’altro dopoguerra», il periodo vissuto dall’Italia meridionale e Roma tra il luglio del 1943, quando gli alleati sbarcano in Sicilia, e il maggio del 1945, quando la guerra tramonta.

Un lungo periodo, segnato dal procedere lento della linea del fronte verso nord, con combattimenti accaniti, violenze, atti di resistenza. Ma anche un vitale, caotico, difficile ritorno alla pace e alla libertà. La presenza ingombrante degli alleati, il ritorno dei partiti, delle radio, della stampa libera, la voglia di normalità e di divertimento, e poi la fame, la prostituzione, il banditismo, le marocchinate, la criminalità. Attingendo a lettere, diari, corrispondenza censurata, relazioni delle autorità italiane e alleate, giornali, canzoni, film, il libro compone un racconto corale, colorato, curioso e in tanti dettagli inedito di quell’Italia che per prima si affacciava al dopoguerra”, si legge in descrizione.

Matteo Maiorano

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