Molti esperti hanno dichiarato che dosi ravvicinate di vaccino stancherebbero il sistema immunitario.
“Una campagna vaccinale di massa ogni 3-4 mesi è insostenibile”. E’ ciò che Marco Cavaleri, responsabile per medicinali e vaccini contro il Covid presso l’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, ha ribadito ieri. Secondo il Cavaleri la risposta immunitaria “non sarebbe la stessa rispetto a quanto preferibile“
Si parla infatti di “exhaustion” –spiega Guido Forni, immunologo dell’Accademia dei Lincei – “E’ improbabile che accada con Sars-Cov2, ma esistono casi in cui, dopo tante stimolazioni, i linfociti T prodotti dai vaccini smettono di funzionare correttamente. E’ come se le nostre difese fossero sfinite“.
Tuttavia, sempre secondo Forni l’exhaustion potrebbe anche non mettersi in atto con il coronavirus “perché l’antigene che usiamo per i vaccini, la proteina spike, stimola il sistema immunitario in modo blando. Lo vediamo dal calo rapido della protezione. Ma saranno necessari studi per controllare il fenomeno. Israele ancora una volta ci darà informazioni preziose“
Secondo l’esperto Forni, inoltre, i vaccini creati per le varianti del virus avrebbero dei limiti: “Si chiama, con una metafora molto appropriata, il peccato originale dell’antigene e ha a che fare con la reazione immunitaria verso le nuove varianti” .
“Se io, – continua – che ho ricevuto tre dosi del vaccino messo a punto con il virus di Wuhan, dovessi ricevere una quarta dose con il vaccino adattato a Omicron, il mio sistema immunitario potrebbe tendere a reagire come se avesse ancora a che fare con l’antigene di Wuhan. Una persona mai vaccinata prima produrrebbe invece anticorpi adatti a Omicron. E’ come se il mio corpo avesse imparato a eseguire un certo tipo di esercizi. Quando gli si chiede di farne di nuovi, preferisce tornare a quelli iniziali”.