Il tema della sostenibilità ambientale è molto sentito, specialmente in questi ultimi anni. Sempre più persone sono disponibili ad adottare degli atteggiamenti green, pur di fare del bene al nostro pianeta.

Se da un lato esiste maggiore consapevolezza sulla questione, spesso può essere difficile, però, dall’altro lato riuscire ad adottare atteggiamenti propositivi che veramente influiscono in maniera positiva sulle buone pratiche per non danneggiare il nostro pianeta.

Il problema del consumo della carne

Il World Resource Institute si è occupato proprio di questo argomento. È risaputo, infatti, che il consumo della carne potrebbe avere degli impatti negativi nel contribuire alla distruzione del pianeta.

Secondo i principi stabiliti dagli istituti di sanità a livello mondiale, si dovrebbe stare particolarmente attenti al consumo della carne. Questa abitudine è fra le cose da prendere in considerazione, se si vuole contribuire a pensare ad uno stile di vita più green.

Quindi gli esperti si sono interrogati su quanti hamburger possono essere mangiati ogni settimana, per non rappresentare un impatto negativo sulla Terra. La conclusione è che possono essere mangiati due hamburger a settimana.

Gli altri atteggiamenti di stile di vita green

Insomma, adesso chi ama consumare la carne sa benissimo a quale quantità dovrebbe attenersi a livello settimanale per dare il proprio contribuito alla salvaguardia del pianeta. La conclusione a cui sono arrivati gli esperti attraverso questo nuovo studio coincide con le linee guida degli istituti di sanità: meglio mangiare carne soltanto due volte alla settimana.

Ma non sono soltanto questi gli atteggiamenti su cui si punta per la sostenibilità ambientale. Ci sono, infatti, altri aspetti molto importanti da considerare, come il ricorso ai trasporti pubblici, come la riduzione dei tassi di deforestazione e la riduzione sempre più imponente del carbone a vantaggio di altre fonti di energia pulite e rinnovabili.

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I ricercatori hanno esaminato il livello di raggiungimento di tutti questi indicatori. Hanno incluso chiaramente il tema dei trasporti, del consumo della carne, delle energie rinnovabili. Hanno visto che nel corso del tempo si sono fatti davvero pochi progressi.

Gli studiosi hanno riscontrato che poco più della metà di questi obiettivi non è stata ancora raggiunto.

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I problemi più grossi sono rappresentati dall’uso del gas e dalla produzione dell’acciaio. In questi settori, infatti, non si è fatto molto per la riduzione delle emissioni. Ma ci sono altri punti che ancora destano preoccupazione, come gli spostamenti effettuati in auto private, il tasso di perdita delle foreste e anche le emissioni che provengono dall’agricoltura.