La storica processione del “Cristo Morto”, rito iconico del venerdi Santo di Amalfi, rischia di non svolgersi più come l’abbiamo conosciuta finora.
Si consolida, infatti, l’ipotesi di una “semplice” Processione che prenda il posto di quella – maestosa – che viene compiuta ogni anno nel giorno in cui si ricorda la Passione di Cristo nell’Antica Repubblica Marinara: troppo scarsi i contributi economici da parte dei privati, sempre meno le persone disposte a collaborare attivamente vestendosi da battente, troppi gli esercenti che ritengono la stessa sia soltanto “motivo di lucro”.
È la triste previsione, che suona come un j’accuse verso svariate categorie forse meno interessate che un tempo al rito, resa nota in una lettera dello scorso 29 Febbraio dal Priore dell’Arciconfraternita dell’Addolorata di Amalfi Luigi Amendola. Negli ultimi giorni è divenuta sempre più diffusa, anche attraverso la rete ed i social network: sul punto cresce il dibattito all’interno della comunità
“L’approssimarsi delle festività pasquali nella nostra città riporta la mente e vorrei dire il cuore degli amalfitani alla Processione del Venerdì Santo – si legge – Sono ormai decenni che l’Arciconfraternita dell’Addolorata, cerca di mantenere viva la tradizione liturgica impegnandosi economicamente e fattivamente alla sua organizzazione. Nel corso del tempo però si riscontrano nuove e crescenti difficoltà che si aggiungono a quelle economiche che inducono alla riflessione se sia opportuno continuare o meno nella realizzazione della stessa”.
Troppe le difficoltà finanziarie legate al sostenimento di costi così ingenti per mantenere viva la tradizione, così come le resistenze da parte degli esercenti e le promesse non seguite da una collaborazione fattiva: “Ogni anno l’Arciconfraternita, ripeto, chiude il bilancio dei costi della Processione rimettendoci diverse centinaia di euro e come non bastasse il comitato che si prodiga per realizzarla incontra resistenze da parte di diversi operatori commerciali per la disposizione delle torce, benché siano state adottate precauzioni per non arrecare danno ai muri“.
“Ad onor del vero – si legge, ancora, nella lettera – va sottolineato che lo scorso anno in alcuni operatori abbiamo riscontrato una maggiore disponibilità a collaborare per una miglior riuscita della Processione ma i più, purtroppo, alle parole non hanno fatto seguire i fatti. Infatti al passaggio della bara di Cristo Morto solo qualcuno ha chiuso la propria attività o ha abbassato le luci invitando gli ospiti ad alzarsi in silenzio, mentre diversi hanno preferito continuare a lavorare indifferenti a quanto avveniva…..si è liberi di non condividere, di avere un altro credo o addirittura non averne, ma il rispetto è alla base della pluralità delle scelte“.
Anche tra gli stessi amalfitani ci sarebbe un diffuso disinteresse verso lo storico rito religioso secondo il Priore, “proponendo di acquistare (per limare i costi) un semplice lumino da esporre sul proprio balcone, per cui se viene consegnato può darsi che lo si accenda….altrimenti non se ne fa nulla“.
Gli stessi operatori turistici, inoltre, “pur consci del contributo alle loro attività economiche conferito dal Constata che gli operatori alberghieri pur realizzando numerose prenotazioni in gran parte non contribuiscono alle spese, l’ente del turismo pur inserendo nel programma delle festività pasquali la Processione, per scelte attuate da tempo, offre unicamente la sosta al bus della banda musicale“.
“In ultimo ma non per ultimo – sottolinea – la difficoltà a ritrovare chi è disposto a vestirsi da “battente” con il risultato di una progressiva riduzione della “maestosità” di una Processione benevolmente invidiata e desiderata da tante altre comunità. Continuare in tal modo, dunque, non è più fattibile e in accordo con le autorità ecclesiastiche si sta consolidando l’ipotesi di una “semplice” Processione nel pomeriggio al termine della liturgia in Cattedrale, in modo da non arrecare né fastidio né seccature ai tanti operatori commerciali che così possono continuare le loro attività indisturbati“
“Ovviamente – conclude il Priore Amendola – come comitato organizzatore la scelta ci vede rattristati e delusi perché nonostante gli sforzi non si è riusciti a mantenere viva una tradizione figlia di un senso religioso forte nei nostri avi e che si progressivamente affievolito se non del tutto spento in gran parte della nostra comunità. Vorrà dire che dopo aver “perso” la tradizione della “calata della stella” a Natale, anch’essa per difficoltà sollevate e scelte inopinate, aggiungeremo anche la Processione del Venerdì Santo con buona pace di chi (tanti) pur coscienti che la stessa è per loro solo motivo di lucro pensano di poterne fare a meno con la convinzione che “la gente continuerà a venire“.