Non si fermò allo stop causando l’incidente che portò alla morte della giovane Fernanda Neve Marino. È stato condannato a cinque anni di reclusione il 29enne D.L., che nell’ottobre del 2021 fu protagonista di un episodio di cronaca. La Cassazione ha rigettato il ricorso dei difensori.

Rigettato il ricorso dalla Suprema Corte di Cassazione. I giudici hanno ritenuto validi i pareri dei precedenti gradi di giudizio, che condannavano D.L., 29enne di Castellammare di Stabia, a cinque anni di reclusione.

I fatto avvennero il 21 ottobre del 2021. D.L., autista professionista, investì e uccise a Positano la giovane Fernanda Marino. La ragazza – originaria di Montepertuso – era alla guida del proprio scooter quando fu travolta dal Mercedes proveniente dal senso opposto di marcia. Il 29enne alla guida aveva fatto uso di cannabinoidi.

Alla guida del veicolo c’era proprio D.L., che percorreva la strada dopo essere passato con il rosso del semaforo, ignorando l’alt dell’impianto e superando tre auto ferme procedendo ad una velocità di circa 60/70 Km/h.

Il Tribunale di Salerno è stato chiamato a pronunciarsi sull’appello cautelare proposto dalla difesa di D.L. contro l’ordinanza reiettiva della revoca della misura degli arresti domiciliari cui era sottoposto il 29enne. Era prospettato, quale elemento di novità atto a determinare l’elisione delle esigenze cautelari, il provvedimento di sospensione della patente di guida per cinque anni emesso nel dicembre 2021 dal Prefetto di Salerno.

Il giudice ha tenuto conto del fatto che la condotta ascritta al ragazzo, peraltro conducente professionale di mezzi, risulta sintomatica di una peculiare propensione a derogare sia alle normali regole di prudenza che alle disposizioni normative in tema di circolazione stradale.

La Cassazione conferma così quanto già stabilito dal Gup lo scorso 30 maggio, con la condanna a cinque anni di reclusione. Leggi qui il nostro approfondimento d’archivio.