Il consigliere di opposizione Vito Mascolo non è punibile: è quanto stabilito dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno Giovanna Pacifico in seguito alla querela sottoscritta dal Sindaco Giuseppe Guida in qualità di legale rappresentante del Comune di Positano.

Casus belli tra il primo cittadino e l’esponente della minoranza era stato un post Faceboook datato 29 aprile dello scorso anno, nel quale l’amministrazione comunale della città verticale era accusata di adottare modalità non imparziali di gestione della cosa pubblica.

Accuse, queste, giudicate gravi dal primo cittadino del Comune di Positano, e anche dall’intera giunta della città verticale, che aveva deliberato quattro giorni dopo la pubblicazione del post la proposizione della querela.

In seguito all’attività investigativa portata avanti dalla Procura salernitana, era emerso un dualismo di posizioni tra il pubblico ministero ed il Gip: a prevalere la linea di quest’ultimo, che non ne aveva accolto la richiesta di condanna per il consigliere imputato.

Con un atto del 3 Gennaio di quest’anno, infatti, il pubblico ministero aveva avanzato richiesta di emissione del decreto penale di condanna ex articolo 459 del codice di procedura penale nei confronti dell’imputato. Atto, quest’ultimo, non accolto dal Gip che aveva considerato la condotta di Mascolo “scriminata” dal diritto di critica, non assimilabile a quello di cronaca vista la sua natura “di carattere congetturale“.

A dare l’annuncio del proscioglimento dall’accusa è stato lo stesso rappresentante dell’opposizione in post denominato “Lettera ai positanesi” (2/2) proprio come quello che aveva rappresentato il pomo della discordia con il Sindaco Guida.

In particolare, sotto la lente d’ingrandimento di Mascolo era finita la scelta di riunire la Giunta per chiedere autorizzazione alla querela a nome del Comune di Positano. Palazzo di Città, secondo quanto affermato da Mascolo nella sua nota, avrebbe “nominato un avvocato (pagato con i soldi dei cittadini) e mi ha querelato; io ho nominato un avvocato; almeno un ispettore e due giudici (sempre pagati con i nostri soldi) hanno dedicato il loro tempo al mio caso; quasi un anno dopo l’inizio di questa storia, vengo prosciolto“.

Consiglio non richiesto ai nostri e amministratori – ha proseguito il consigliere comunale di minoranza nell’esprimere soddisfazione per l’esito positivo delle indagini preliminari – Quando ricevete delle critiche, riunite la Giunta per analizzare e risolvere i problemi che vengono esposti, non per querelare chi vi fa notare che qualcosa deve essere migliorato. E se proprio volete querelare qualcuno, magari fatelo a nome vostro e con i vostri soldi. Un immenso grazie a chi in questi mesi non mi ha mai fatto sentire solo, a chi ha interpretato una querela nei miei confronti come una querela a tutto il gruppo Su Per Positano. Avevamo ragione, stavamo solo criticando e per il GIP è un nostro diritto. Per il mandato che abbiamo ottenuto, è un nostro dovere“.

Pronta la replica del Sindaco Guida, che nel prendere atto del provvedimento con il quale il Gip ha giudicato il rappresentante di minoranza non punibile, ha ribadito, invece, la sua posizione, considerando fondata la necessità, illo tempore, di querelare l’esponente di Su per Positano per le sue affermazioni.

Lascio ad ognuno di voi – ha affermato il primo cittadino riproponendo l’estratto di citazione su cui si era basata la querela – valutare quale sia il confine tra la critica politica e le offese gravi, lesive della reputazione e dell’onorabilità delle nostre persone, di tutti i concittadini che ripongono fiducia nel nostro operato, e in generale verso la città di Positano. A mio avviso, messaggi diffamatori di questo genere c’entrano ben poco con il diritto di critica e non possono passare inosservati. Positano non è una città corrotta e ne tantomeno esiste un sistema di voto di scambio e di clientelismo così come chiaramente affermato e rappresentato dal consigliere Mascolo senza alcuna prova di verità“.

Respinte dal sindaco Guida anche le accuse di utilizzo di soldi pubblici per la querela, secondo Mascolo non avvenuto per via del mancato rinvio a giudizio: “Non un centesimo – ha commentato il sindaco – è stato speso per la predisposizione e la presentazione della querela. Nessun incarico è stato affidato ad avvocati così come si evince d’altronde dal testo stesso della delibera. La critica costruttiva è alla base della nostra azione amministrativa: su questo terreno intendiamo confrontarci e non certamente sulla politica del sospetto priva di fondamento, infruttuosa e dannosa per tutta la nostra città“.