Un carro cerimoniale dai rilievi in argento, una stalla con un sauro bardato, due vittime della storica eruzione del 79 d.C. di cui furono eseguiti i calchi.
E, ancora, una stanza in cui vivevano tre schiavi, e, forse, una piccola famiglia.
Sono questi gli ultimi ritrovamenti emersi dal lavoro di scavo compiuto in Civita Giuliana, sito archeologico sottratto ad una lunga attività di depredamento da parte di scavatori clandestini grazie ad un protocollo di intesa tra il Parco Archeologico di Pompei, diretto da Gabriel Zuchtriegel, e la Procura di Torre Annunziata.
L’accordo fu siglato nel 2019, quando ai vertici del parco c’era Massimo Osanna, oggi direttore generale dei Musei, e fu rinnovato, poi, tra il direttore del parco attuale ed il procuratore Nunzio Fragliasso.
Questo prevede sforzi congiunti per sforzi congiunti per contrastare gli scavi clandestini nei dintorni di Pompei e per indagare e valorizzare scientificamente i siti sottratti ai tombaroli, grazie anche al supporto fondamentale del Nucleo Tutela del patrimonio culturale Campania e del Nucleo investigativo di Torre Annunziata afferente all’arma dei Carabinieri.
Ai reperti ritrovati già in passato, dunque, se ne sono aggiunti altri, tra stoviglie e coppe in ceramica comune e da fuoco, trovati in posizione capovolta lungo le pareti di un ambiente che faceva parte dei quartieri servili di un ampio complesso residenziale.
Secondo gli archeologi i vasi erano in situ, all’epoca della fase finale dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.: questo rappresenta un’importante testimonianza dal punto di vista storiografico.
Il ritrovamento è avvenuto nei pressi di una strada moderna che attraversa la Villa.
Si è reso necessario chiudere la rotabile da un lato, per consentire l’indagine delle strutture antiche al di sotto della carreggiata, dall’altro, in quanto una vasta rete di cunicoli realizzati dai tombaroli ha finito per minare il terreno, rendendo necessaria una rapida messa in sicurezza dell’area.
“Questi ritrovamenti dimostrano l’impegno e la capacità dello Stato di arginare la piaga degli scavi clandestini e del commercio di beni archeologici e costituisce una importante risposta allo scempio perpetrato negli anni dai tombaroli – ha commentato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – Pompei è l’orgoglio dell’Italia ed è nostra intenzione difendere e promuovere ancora di più un patrimonio che è un unicum a livello mondiale”.
“Il cantiere di Civita Giuliana ha consolidato un approccio innovativo allo scavo che vede istituzioni differenti muoversi fianco a fianco, grazie all’intuizione della Procura di Torre Annunziata che da subito ha coinvolto il Parco archeologico – ha aggiunto il direttore generale dei Musei Osanna – In un territorio così ricco di storia e pure così tanto abusato, che ancora cela importanti tracce del passato, come stanno dimostrando le scoperte di questi anni, è fondamentale che la tutela dei Beni Culturali e la Legalità procedano di pari passo”.
“Queste scoperte confermano l’importanza di ampliare ancora l’area di scavo – ha sottolineato il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel – Per questo vorrei ringraziare la Procura, con la quale coordiniamo il proseguimento delle ricerche, e anche il Comune di Pompei che ha reso possibile l’ampliamento dello scavo interrompendo il traffico in un breve tratto stradale. Siamo certi che i risultati, in termini scientifici ma anche turistici, giustificheranno qualche piccolo disagio che l’intervento può provocare per il traffico in questo periodo. Lavoriamo affinché il sito di Civita Giuliana possa entrare a pieno titolo nei circuiti di visita del sistema Pompei, come anche le ville di Boscoreale, Oplontis-Torre Annunziata e Castellamare di Stabia”.
“I recenti ritrovamenti archeologici nel sito di Civita Giuliana si collocano nell’ambito di una campagna di scavi che da tempo vede la Procura della Repubblica di Torre Annunziata a fianco del Parco Archeologico di Pompei, in attuazione del protocollo sottoscritto dai due enti, che, coniugando le ricerche archeologiche con le attività investigative, rappresenta un vero e proprio accordo ‘pilota’ nel campo della sinergia tra le istituzioni pubbliche per la tutela e la valorizzazione del patrimonio archeologico nazionale e si è rivelato uno strumento formidabile per il contrasto alle attività clandestine di scavo e la restituzione alla collettività di reperti e testimonianze di eccezionale valore storico e culturale”, ha, poi, concluso il Procuratore di Torre Annunziata Fragliasso.
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