Territorio

La genuinità di Tramonti al Tg5: pollo in casseruola con albicocche

Le telecamere del Tg5 fanno nuovamente tappa a Capitignano. Ospiti di Raffaella Amato, Gioacchino Bonsignore e la sua troupe hanno raccontato la ricetta del pollo in casseruola preparato a Tramonti in Costiera Amalfitana.

I vigneti, Tintore e Piedirosso, sopra la testa dei protagonisti. Aglio, noci di Sorrento, guanciale di maiale e scamorza affumicata prodotto tipico del Polmone Verde della Costiera Amalfitana. Sale aromatizzato con rosmarino, salvia, alloro. E poi il pollo ruspante al centro della scena.

Gioacchino Bonsignore torna a Tramonti. La rubrica Gusto, sua creatura, presenta l’ultima ricetta made in Costa d’Amalfi. Siamo a Tramonti, più precisamente a Capitignano. Alla narrazione siede Raffaella Amato, titolare di un agriturismo della zona.

La donna vinse nel dicembre 2016 a Cetara il Premio di Gastronomia dedicato a Ezio Falcone e inserito nell’annuale Festa del prezioso intingolo derivato dalla salagione delle alici. Originaria di Tramonti, polmone verde della Costiera, in cui risiede il maggiore numero di prodotti tipici, è titolare dell’agriturismo Tintore alla cui gestione si è dedicata anima e corpo insieme con il marito dopo la cessione del ristorante Alta Marea di Minori e al cui posto sorge attualmente la pasticceria – bistrot di Sal De Riso.

Raffaella ha presentato la sua ultima ricetta, il pollo in casseruola con aggiunta di albicocche.

Il pollo, dopo essere stato disossato, viene saltato in padella con aglio e guanciale. Successivamente viene aggiunto il sale con gli aromi dell’orto. Il tutto viene fatto cuocere a fuoco lento e sfumato con il Bianca Zita, vino bianco di Tramonti.

In un’altra padella vengono saltate le noci sorrentine con l’aglio a parte, in compagnia delle albicocche tipiche del territorio. Anche questi frutti sono specialità tipiche della Costiera Amalfitana, scrigno di sapori.

Per Raffaella Amato una didascalia importante dopo il racconto degli gnocchi con zafferano, aglio e olio adagiati nella buccia dell’iconico sfusato amalfitano. E, per l’ennesima volta, il Belpaese resta con l’acquolina in bocca.

Matteo Maiorano

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