La nuova disciplina sul pignoramento dei conti correnti estende il blocco anche agli accrediti successivi alla notifica, con tutele per stipendi e pensioni minimi. Ecco cosa cambia.

Il pignoramento del conto corrente si conferma una delle procedure esecutive più efficaci e rapide a disposizione dei creditori per recuperare crediti insoluti. La normativa attuale, aggiornata anche in relazione alle recenti evoluzioni giurisprudenziali e amministrative, prevede ora il blocco non solo del saldo presente sul conto, ma anche degli accrediti futuri, con importanti implicazioni per i correntisti coinvolti. Di seguito un approfondimento completo su come funziona il pignoramento del conto corrente, i limiti di legge e le novità introdotte.

Come funziona il pignoramento del conto corrente

Il pignoramento presso terzi è lo strumento attraverso cui il creditore può aggredire i crediti che il debitore vanta nei confronti di un terzo soggetto, in questo caso l’istituto bancario o postale presso cui il debitore detiene un conto. Il procedimento si avvia con la notifica di un atto di pignoramento all’istituto, che assume il ruolo di “terzo pignorato” e ha l’obbligo di bloccare la somma indicata, impedendo al titolare del conto di disporne liberamente fino a un ordine del Giudice dell’Esecuzione.

La procedura si articola in due principali modalità:

  • Pignoramento ordinario: richiede un titolo esecutivo (come un decreto ingiuntivo) e l’iscrizione a ruolo del procedimento, con un coinvolgimento diretto del Giudice dell’Esecuzione.
  • Pignoramento esattoriale: utilizzato dagli enti di riscossione, come l’Agenzia delle Entrate, che possono procedere senza l’intervento del giudice, basandosi su cartelle esattoriali inevase.

L’istituto bancario, entro 10 giorni dalla notifica, deve comunicare al creditore le somme di cui è debitore, eventuali pignoramenti precedenti e altre situazioni rilevanti. Durante tutta la fase esecutiva, la banca è tenuta a custodire le somme pignorate e a non disporne senza autorizzazione.

pignoramento conto corrente come funziona
Quando ti pignorano il conto corrente – Amalfinotizie.it

La normativa vigente stabilisce che il pignoramento riguarda il saldo attivo al momento della notifica, ma con l’aggiornamento più recente è stato chiarito che il blocco si estende anche ai futuri accrediti che potrebbero giungere sul conto. Ciò significa che, una volta notificato il pignoramento, la banca deve vincolare anche le somme che verranno accreditate successivamente, fino al raggiungimento dell’importo pignorato.

Tuttavia, esistono limiti precisi per tutelare il minimo vitale del debitore. Nel caso in cui sul conto vengano accreditati stipendi, pensioni o altre indennità equivalenti, la legge garantisce un importo minimo impignorabile, calcolato in base all’assegno sociale INPS. Per il 2025, ad esempio, il minimo vitale è pari a 1.616,04 euro, corrispondente a tre volte l’importo dell’assegno sociale (538,68 euro). Le somme eccedenti questo limite possono essere sottoposte a vincolo.

Nel dettaglio, per gli accrediti di stipendio e pensione successivi al pignoramento sono previsti i seguenti limiti di trattenuta:

  • Stipendio: pignorabile nella misura massima di un quinto del totale.
  • Pensione: pignorabile fino a un quinto della parte eccedente il doppio dell’assegno sociale (1.077,36 euro nel 2025).

In caso di conto corrente cointestato, il pignoramento ordinario vincola l’intero saldo, mentre nel pignoramento esattoriale la quota spettante al cointestatario non esecutato resta disponibile.

Nonostante il blocco, il correntista può comunque prelevare somme libere non vincolate dal pignoramento, ossia quelle che eccedono il limite indicato dall’atto o il minimo vitale garantito. È importante sottolineare che il pignoramento non si applica ai singoli versamenti, bensì al saldo complessivo del conto, e non vincola le somme derivanti da un’apertura di credito non ancora utilizzata, in quanto non rappresentano un credito effettivo ma una disponibilità futura.

Nel caso in cui il conto corrente presenti un saldo negativo al momento del pignoramento, la banca può continuare a concedere ulteriori fidi, ma il pignoramento si applicherà solo se e quando il saldo diventa positivo successivamente. Gli accrediti che non portano a un saldo attivo non sono soggetti a vincolo.

La banca provvede allo svincolo del conto e alla restituzione delle somme pignorate solo al verificarsi di specifiche condizioni, quali il pagamento del debito, l’estinzione della procedura esecutiva o la mancata iscrizione a ruolo. Fino a quel momento, le somme restano vincolate a favore del creditore.

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