Sembrerebbe davvero strano che a molte persone piaccia il caffè. Infatti questa bevanda molto amata si caratterizza per un sapore che è prevalentemente amaro. Dal punto di vista scientifico in effetti l’idea che possa piacere il caffè con questo sapore è piuttosto strana, perché è proprio la capacità di distinguere il sapore amaro che nel corso dell’evoluzione è stata fondamentale per fare in modo che gli esseri umani stessero alla larga dall’ingerire sostanze potenzialmente nocive.
Come mai invece nel corso del tempo abbiamo imparato ad apprezzare il sapore amaro del caffè? La scienza sembra aver trovato una risposta a questo proposito.
Che cosa ha scoperto la scienza sul caffè
Uno studio condotto negli Stati Uniti, i cui risultati sono stati pubblicati su Scientific Reports, ha indagato i rapporti che ci sono tra la predilezione per il sapore amaro, la genetica e la possibilità di consumare bevande come caffè e tè.
Gli scienziati hanno scoperto in particolare (fatto ancor più sorprendente) che proprio le persone che sono più sensibili al sapore amaro del caffè sono quelle che ne bevono di più. Ma come mai può succedere tutto questo?
Gli esperti parlano di un processo che avviene a livello psicologico e fisico che si chiama rinforzo positivo. A livello pratico è come se le persone che apprezzano il caffè, pur avendo esso un sapore piuttosto amaro, avessero imparato ad associare il consumo di caffeina ad effetti positivi psicofisici che avrebbero sperimentato nel loro organismo.
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Come si è svolta la ricerca
Nello studio gli esperti hanno coinvolto 400mila persone e hanno cercato di vedere qual è la risposta alla sensibilità all’amaro, facendo un confronto anche con il consumo di varie bevande. Hanno svolto anche delle ricerche genetiche sui volontari, rintracciando alcune varianti di DNA che predisporrebbero alla sensibilità al sapore amaro.
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Poi hanno confrontato le varianti genetiche con le quantità consumate di caffè e tè. Hanno rintracciato anche delle varianti genetiche per altri sapori amari, come per esempio quelli indotti dal chinino. E hanno scoperto che chi è geneticamente più suscettibile ai sapori amari si combina a delle predisposizioni per la preferenza per il caffè o per il tè.
Quindi lo studio ha permesso di ricavare molte indicazioni interessanti sui gusti degli individui, uno degli aspetti più misteriosi della sensibilità umana, che è ancora oggetto di diverse indagini. Sicuramente la ricerca ha dato la possibilità di tracciare anche alcune basi biologiche fondamentali che determinano proprio i gusti differenti di ciascuno di noi.