Stando a quello che è stato rilasciato da diverse fonti, dalla Corte suprema nel 2017 ad uccidere Sarah Scazzi è stata la cugina con la collaborazione della zia. La vicenda ha lasciato tutti di sasso, scuotendo fortemente l’animo delle persone. Una vicenda che fa emergere il marcio che si può celare dietro le famiglie, e come la gelosia sia monito di violenza e distruzione portando addirittura alla fine di una giovane vita. Diamo uno sguardo a ciò che è realmente accaduto.
La vicenda ebbe inizio quando Sarah scomparve nel giro di soli 12 minuti, percorrendo i 600 metri che separavano la sua casa da quella degli zii. L’evento fu inizialmente trattato come una scomparsa nel programma televisivo “Chi l’ha Visto?”. Sarah avrebbe dovuto trascorrere una giornata al mare con Sabrina, sua cugina più grande di 7 anni.
Nonostante la differenza d’età, le due erano legate da un forte legame. Dopo la scomparsa, Sabrina dichiarò di non aver visto Sarah all’appuntamento, innescando un allarme tra le forze dell’ordine.
Le indagini iniziali seguono due piste: un rapimento a scopo di riscatto, che sembrava improbabile date le condizioni economiche della famiglia, e un allontanamento volontario. Quest’ultima possibilità portò gli investigatori a cercare un possibile complice. La madre di Sarah, Concetta Serrano, denunciò la scomparsa, ma la verità emerse solo in seguito.
Il 29 settembre 2010, lo zio Michele Misseri trovò il cellulare di Sarah in un uliveto, ma ciò non portò al ritrovamento della ragazza.
Solo il 6 ottobre 2010, dopo giorni di interrogatori, Michele Misseri confessò di aver ucciso Sarah nel garage di casa, utilizzando una corda, e di aver nascosto il corpo in un pozzo. Le sue confessioni ebbero molte variazioni, e alla fine coinvolsero anche Sabrina.
Sabrina fu arrestata il 15 ottobre 2010, accusata di omicidio volontario. Il movente emerse durante gli interrogatori: una lite tra le cugine per un ragazzo chiamato Ivano Russo. Questa disputa portò Sabrina ad aggredire e uccidere Sarah all’interno della loro casa, con l’ausilio di una cintura. Il corpo fu fatto sparire da Michele Misseri con l’aiuto di altri membri della famiglia.
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