Lelio Luttazzi è stato vittima di un arresto ingiusto per il quale è finito in carcere. Una delle pagine più buie della storia della giustizia nostrana.

Un arresto ingiusto

Nel maggio del 1970, mentre si trovava all’apice della sua carriera, Lelio Luttazzi fu arrestato insieme a Walter Chiari. L’accusa che pendeva sui due era quella di detenzione e spaccio di stupefacenti. L’origine di quest’accusa risiedeva in un’intercettazione telefonica. Luttazzi aveva semplicemente trasmesso un messaggio ricevuto da Walter Chiari a uno sconosciuto, che successivamente venne identificato come uno spacciatore.

La telefonata fatale

Tutto ebbe inizio quando Walter Chiari, da Bologna, contattò la casa di Luttazzi. Parlando con la governante, Maria, gli chiese di far sapere al Maestro Luttazzi di chiamare un particolare numero di telefono di Roma. Il motivo? Chiari aveva problemi a fare chiamate dall’Hotel Baglioni di Bologna. Maria riferì il messaggio a Luttazzi, che, seguendo le istruzioni, chiamò il numero fornito. A rispondere fu un certo Lelio Bettarelli, un individuo sconosciuto a Luttazzi, che si rivelò in seguito essere uno spacciatore.

L’errore giudiziario

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La telefonata tra Luttazzi e Bettarelli fu intercettata, portando a gravi conseguenze. Circa una settimana dopo, Luttazzi fu arrestato dalla polizia presso la sua abitazione di piazza Trevi a Roma. Fu trasferito prima a Rebibbia e successivamente al carcere di Regina Coeli. Dopo ventisette giorni di detenzione, Luttazzi fu liberato, e il suo caso fu archiviato, essendo stato prosciolto senza rinvio a giudizio. L’accusa si basava su puri indizi e fu successivamente dichiarata infondata.

Conseguenze sulla carriera e sulla vita personale

Nonostante Luttazzi fosse stato prosciolto, le ripercussioni dell’errore giudiziario furono notevoli, sia a livello professionale che personale. Durante la sua detenzione, la conduzione della popolare trasmissione “Hit Parade” fu affidata prima a Renzo Arbore e poi a Giancarlo Guardabassi. Un altro show, “Ieri e oggi”, che era terminato prima dell’arresto di Luttazzi, riprese con altri presentatori.

L’esperienza in carcere segnò profondamente Luttazzi. Questo periodo difficile della sua vita divenne ispirazione per il suo romanzo autobiografico “Operazione Montecristo” e per “L’illazione”, un film da lui diretto e mai trasmesso in televisione fino alla sua morte. Il celebre attore Alberto Sordi trovò ispirazione per il film “Detenuto in attesa di giudizio” proprio dalla lettura del libro scritto da Luttazzi durante i giorni trascorsi in cella d’isolamento.

In futuro, quando una situazione simile coinvolse Enzo Tortora, collega di Luttazzi, prima ingiustamente condannato e poi assolto in appello, Luttazzi fu tra coloro che lo difesero apertamente.

Nonostante le avversità, Luttazzi tornò alla radio l’anno successivo per presentare “Hit Parade“, ruolo che mantenne fino alla chiusura della trasmissione nel 1976.