Se diciamo I Cugini di Campagna siamo sicuri che tutti noi sappiamo di chi stiamo parlando. La band musicale è attiva dagli anni Settanta e ha di certo scritto un pezzo di storia della musica italiana.
Tra le tante curiosità degli italiani vi è sicuramente quella di sapere come mai hanno sempre adottato questo modo di vestire. Prima di scoprirlo, conosciamo qualcosa su di loro.
I Cugini di Campagna, la storia del gruppo e del nome
Il gruppo musicale de I Cugini di Campagna nasce nel 1970 per iniziativa di Silvano e scelsero questo nome perché erano due fratelli gemelli e due amici e sentendosi una grande famiglia, hanno deciso di chiamarti cugini. Per quanto riguarda il termine “Campagna” è stato imposto dalla casa discografica.
La loro prima canzone che ebbe un enorme successo si intitolava Il ballo di Peppe e venne proposta dalla trasmissione televisiva Alto Gradimento che in quel tempo era condotta da Renzo Arbore e Gianni Boncompagni. Furono proprio questi due a notarli in una trattoria mentre si scaldavano la voce cantando “Nella vecchia fattoria”.
Subito dopo arrivò un’altra canzone che li portò in cima alle classifiche musicali e ovviamente stiamo parlando di Anima mia. Il brano venne proposto nel 1973 e da questo momento non solo aumenta la loro popolarità, ma la canzone viene reinterpretata molte volte da diversi artisti. Si pensa che le versioni siano addirittura più di cinquanta.
Gli anni successi hanno consentito al gruppo di farsi conoscere e amare, ma il loro punto forte era ed è sempre stato il falsetto di Flavio Paulin. Della loro musica non si può dire nulla, anzi. Sono anche molto conosciuti nelle nuove generazioni. Arriva poi, anche per loro, il momento di dividersi e tutto accade per alcune divergenze organizzative e musicali tra Nick Luciani e Ivano Michetti.
Ma torniamo al nostro oggetto. Sapete come mai il gruppo ha sempre scelto questo look molto appariscente?
Perché I Cugini di Campagna si vestono così?
Il gruppo musicale si è sempre presentato sui palcoscenici con dei look molto stravaganti e particolari. Giacche e pantaloni di paillettes, zeppe molto alte e colorate, pantaloni a zampa di elefante e capelloni. In realtà quel modo di vestire, tralasciando i luccichii e gli eccessi, era la moda di quel tempo. Anche i capelli in quel modo facevano parte del panorama degli anni Settanta.
Ciò che fece discutere, o per lo meno chiacchierare in quel tempo, erano le scarpe con le zeppe che non era usuale vederle calzate da un uomo. La loro voce unita al loro stile ha sicuramente contribuito alla loro popolarità e oggi sono persino imitati. Basti pensare alla polemica sorta qualche tempo fa contro i Maneskin.