Giosuè Ruotolo ha ucciso Trifone Ragone e Teresa Costanza. E’ stata una delle pagine più cupe della cronaca nera degli ultimi anni in Italia.
La dinamica dei rapporti tra i protagonisti
Giosuè Ruotolo, descritto nel corso del processo a suo carico come un ragazzo infelice e pieno di rancore, da una parte; Trifone Ragone, il gigante buono che stava diventando sempre più innamorato di Teresa, dall’altra.
Queste sono le figure centrali di questa tragica storia. I due commilitoni e coinquilini condividevano un rapporto molto stretto, passando il tempo insieme tra palestra, discoteche e relazioni. Ma l’entrata in scena di Teresa ha sconvolto l’equilibrio tra loro. La donna è diventata l’elemento di rottura nel loro rapporto, con i coinquilini che la chiamavano ora “sciacquetta”, ora “principessa”.
Il rancore di Ruotolo e la spaccatura con Ragone
Secondo quanto riporta il gazzettino, tutto cambia quando Ragone scopre che Ruotolo aveva inviato messaggi molesti a Teresa Costanza, fingendosi un’amante del ragazzo, mettendo in pericolo il loro fidanzamento.
A seguito di questa scoperta, Ragone minaccia di denunciarlo, temendo per la sua carriera nella Guardia di finanza. I sentimenti di odio e rabbia sono chiari nei messaggi che Ruotolo ha inviato a Teresa.
Questi messaggi erano, secondo la Corte, un tentativo deliberato di separare la coppia. La crescente avversione tra i due raggiunge il culmine con una lite nel parcheggio del palasport. Dopo questa colluttazione, Ruotolo, sopraffatto dalla rabbia, torna a casa, dove i coinquilini lo sentono esclamare la sua intenzione di uccidere Ragone.
La premeditazione dell’omicidio
Era novembre quando, secondo i giudici di secondo grado, Ruotolo iniziò a premeditare l’omicidio. La decisione non è stata presa alla leggera, ma piuttosto frutto di una lunga riflessione, intensificata dalla rabbia crescente verso Ragone.
La Corte crede che la paura per la sua carriera fosse ulteriormente alimentata dalla fidanzata di allora, Mariarosaria Patrone, che ben conosceva le implicazioni legali di una denuncia per peculato, dato che i messaggi molesti erano stati inviati dal computer della caserma. Ruotolo, ferito nell’orgoglio e sminuito dalla colluttazione e dall’indifferenza di Ragone nei suoi confronti, vedeva crescere la sua sete di vendetta.
La tragedia finale
Il culmine di questo crescente rancore avviene la sera del 17 marzo 2015. Secondo gli atti processuali, quella notte Ruotolo si trova nel parcheggio del palasport con un intento macabro: uccidere due fidanzati che odiava profondamente. Non era lì per caso; era lì per compiere un atto finale di vendetta contro una coppia che, nella sua mente distorta, rappresentava tutto ciò che odiava.