L’amicizia tra Ennio Doris e Silvio Berlusconi è stata una delle più note nel panorama imprenditoriale e politico italiano. Un legame che si è consolidato nel corso di quarant’anni, caratterizzato da una forte stima reciproca e una collaborazione che ha segnato la storia di Banca Mediolanum. Due uomini di successo, con personalità affascinanti e talenti straordinari, che hanno scelto di unire le forze per dare vita a un progetto comune.

Un incontro fortuito e il legame che nasce

Nel 1982, Ennio Doris stava cercando un socio per la sua idea di banca innovativa. Era un periodo di grandi cambiamenti nel settore finanziario e Doris, giovane e intraprendente, aveva bisogno di un partner con una visione altrettanto ambiziosa. Il destino ha voluto che leggendo un’intervista su Capital, Doris si imbatte in Silvio Berlusconi, l’imprenditore che stava facendo crescere un impero nel campo dei media. “È lui la persona che fa al caso mio”, pensò Doris.

Berlusconi, incuriosito dall’idea e dalle potenzialità di Doris, decise di approfondire la conoscenza e incontrarlo. Dopo aver parlato con alcuni banchieri di alto livello, arrivò alla conclusione che la proposta di Doris era unica e innovativa. “Questa cosa che ha in mente, così come la vuol fare, la può fare solo lei. E quindi o la faccio con lei oppure non la faccio con nessuno” disse Berlusconi, e così nacque il legame che avrebbe cambiato le sorti di entrambe le realtà.

Una grande amicizia di affari e di vita

La partnership tra Doris e Berlusconi non si limitò a una semplice relazione lavorativa. La loro amicizia era profonda e autentica, e si sviluppò su basi di grande fiducia. Insieme fondarono Programma Italia nel 1982, gettando le basi per quello che sarebbe poi diventato il colosso di Banca Mediolanum. Nonostante fossero soci al 50%, fu Doris a prendere in mano la gestione quotidiana della banca, un fatto che, per Berlusconi, era assolutamente naturale. “Questa è una tua creatura e quindi sei tu a portarla avanti, io non entro nella sua conduzione”, affermò Berlusconi, riconoscendo senza riserve il talento e la visione imprenditoriale di Doris.

La loro collaborazione divenne un modello di lavoro in sinergia, dove entrambi, pur operando in ambiti diversi, condividevano la stessa passione per l’innovazione e la crescita. Quando Berlusconi decise di entrare in politica, si allontanò parzialmente dalle attività bancarie, ma continuò a supportare Doris in ogni momento cruciale.

Un’amicizia che dura nel tempo

Nonostante le carriere separate, l’amicizia tra i due non è mai venuta meno. Negli ultimi anni, come ha raccontato Massimo Doris, il figlio di Ennio Doris, il rapporto tra i due amici si era intensificato. “Si sentivano tutti i giorni, soprattutto quando mio padre non stava bene, e Silvio gli esprimeva sempre la sua vicinanza” ha rivelato Massimo. Un legame che andava oltre gli affari, e che aveva anche un valore umano, con i due che si consideravano quasi come fratelli.

L’eredità di Doris e Berlusconi

Il ricordo di Ennio Doris è rimasto vivo nel cuore di Silvio Berlusconi, che ha sempre elogiato la sua genialità e la sua capacità di innovare nel settore bancario. “Ennio mi manca tantissimo” diceva spesso, sottolineando quanto la sua perdita fosse dolorosa per lui, non solo come amico, ma anche come partner. Il legame tra le due famiglie è stato forte anche al di fuori delle vicende professionali, con i figli delle due famiglie che si sono conosciuti e hanno instaurato un rapporto di amicizia.