Il bonus Giorgetti, misura previdenziale rivolta ai lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato, sarà confermato anche per il 2026.
Questa iniziativa, che prende il nome dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, punta a incentivare la permanenza in attività lavorativa per contenere la spesa pensionistica e alleggerire il sistema previdenziale.
La norma prevede che la quota di contributi IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti) a carico del lavoratore, pari al 9,19% dello stipendio lordo nel settore privato e all’8,89% nella Pubblica Amministrazione, venga versata direttamente in busta paga come incremento salariale esentasse. La parte di contributi a carico del datore di lavoro, che ammonta al 23,81%, continuerà a essere versata regolarmente all’INPS.
Il meccanismo del bonus Giorgetti consente così ai lavoratori di trasformare la propria quota contributiva in un aumento immediato dello stipendio, anticipando in termini economici il beneficio contributivo che si tradurrà in un assegno pensionistico leggermente ridotto, poiché la quota contributiva si accumula più lentamente durante il periodo di permanenza in servizio.
Incrementi salariali previsti nel 2026
Nel settore privato, il bonus corrisponderà a un aumento lordo pari al 9,19% dello stipendio mensile. Per esempio:
- Un lavoratore con una retribuzione lorda mensile di 2.500 euro riceverà un incremento di circa 230 euro al mese, per un guadagno annuo lordo di oltre 3.000 euro.
- Chi percepisce 1.740 euro lordi (simile alla paga base di un metalmeccanico livello D1) avrà un aumento di circa 160 euro mensili.
- Con uno stipendio di 3.000 euro lordi, l’incremento mensile sarà di circa 275 euro.
- Per redditi più elevati, come 5.000 euro lordi al mese, il bonus potrà superare i 450 euro mensili.
Nel settore pubblico, dove la quota contributiva a carico del lavoratore è leggermente inferiore (8,89%), gli aumenti risultano proporzionalmente inferiori ma sempre significativi:
- Dipendenti con retribuzione di 1.750 euro lordi mensili avranno un incremento di 155 euro.
- Per uno stipendio di 2.500 euro, l’aumento sarà pari a circa 222 euro mensili.
- A 3.000 euro lordi mensili, il premio sarà di 266 euro.
- I dirigenti pubblici con stipendi intorno ai 5.000 euro lordi mensili potranno beneficiare di un aumento di circa 445 euro al mese.
Requisiti e finestre di uscita della pensione anticipata
Il bonus Giorgetti si applica ai lavoratori che entro il 31 dicembre 2026 matureranno i requisiti per la pensione anticipata ordinaria, cioè 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. L’erogazione del premio avviene dopo una finestra di tre mesi dalla maturazione del requisito, in linea con le disposizioni vigenti di decorrenza della pensione anticipata.
Quest’anno sono stati inclusi anche i lavoratori che hanno maturato i requisiti per la cosiddetta Quota 103, con finestre di uscita più lunghe (7 mesi per il privato e 9 mesi per il pubblico). I primi pagamenti per i lavoratori dei fondi speciali (trasporti, poste, volo) sono iniziati già ad agosto 2025; per il resto dei dipendenti privati a settembre, e per quelli pubblici da ottobre.
Per poter usufruire del bonus è necessario presentare domanda all’INPS attraverso i canali telematici o tramite patronati.

Secondo le stime contenute nella relazione tecnica di Palazzo Chigi, per il 2026 si prevede che circa 6.700 lavoratori rinvieranno l’accesso alla pensione anticipata grazie all’incentivo. Il costo iniziale per lo Stato, dovuto alla riduzione delle entrate contributive, è bilanciato da un risparmio nella spesa pensionistica. In particolare, nel 2026 si stimano minori entrate contributive per circa 12,8 milioni di euro e un risparmio pensionistico di 12,2 milioni, con un saldo di poco negativo.
Tuttavia, dal 2030 in avanti, il sistema dovrebbe trarre vantaggio strutturale dall’incentivo, con un risparmio netto che potrebbe attestarsi intorno a 2,3 milioni di euro annui, grazie alla riduzione delle pensioni erogate a seguito del posticipo dell’uscita dal lavoro.
Chi è Giancarlo Giorgetti, l’artefice della misura
La misura prende il nome da Giancarlo Giorgetti, attuale ministro dell’Economia e delle Finanze nel governo Meloni dal 2022. Giorgetti, nato a Cazzago Brabbia nel 1966, è un politico di lungo corso della Lega per Salvini Premier, con una formazione in economia aziendale presso l’Università Bocconi di Milano.
Con una carriera iniziata come sindaco di Cazzago Brabbia e lunga esperienza parlamentare, Giorgetti è stato presidente della Commissione Bilancio della Camera e ministro dello Sviluppo Economico nel governo Draghi prima di assumere l’attuale incarico. La sua attività politica si è sempre concentrata sulle tematiche economiche e di finanza pubblica, con particolare attenzione al sistema pensionistico e alla sostenibilità dei conti pubblici.
La conferma del bonus Giorgetti nel 2026 rappresenta una continuità nelle politiche volte a sostenere il mercato del lavoro e a incentivare il rinvio della pensione per garantire un equilibrio tra tutela sociale e sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale nazionale.
