Napoli è la città delle tradizione, dei riti, delle leggende, delle sacre consuetudini.

Anno dopo anno dai nostri nonni abbiamo appreso e vissuto tradizioni che almeno superficialmente abbiamo creduto essere insensate, senza sapere che è proprio dietro quei detti, dietro quei riti che si nasconde la nostra storia, le nostre leggende.

Nel periodo di Pasqua tante sono le consuetudini da rispettare, tra queste ricordiamo le “canoniche” 7 strisce di frolla sulla pastiera napoletana.

Le mente più razionali indicherebbero il motivo nelle esigenze di spazi, in realtà questo numero racchiude in sé ben 3 leggende della nostra storia.

La prima di queste leggende vede come protagonista la Sirena Parthenope, che secondo la tradizione fondò Napoli. Le sette strisce di frolla vanno a simboleggiare i sette doni che la Sirena ricevette dai napoletani per ringraziarla del suo amabile canto. I doni che la Sirena ricevette non sono altro che gli ingredienti con cui essa stessa preparò per la prima volta la pastiera, ossia: la farina, simbolo di ricchezza; il grano cotto nel latte, simbolo del mondo umano e animale; la ricotta, simbolo di abbondanza; le uova, simbolo della fertilità; i fiori d’arancio, simbolo della Campania stessa; frutti canditi e spezie, simbolo dell’accoglienza a tutti i popoli d’Oriente e Occidente; infine, lo zucchero semolato, simbolo del canto della Sirena. 

Anche nella seconda leggenda si parla di questi sette doni, che però non sono stati donati ad una Sirena, bensì al mare da parte delle mogli dei pescatori. Secondo la leggende queste ultime erano solite donare al mare ceste che fossero di buon augurio per il ritorno dei mariti. Un giorno però il mare ridiede a quelle donne i doni che aveva ricevuto in forma di pastiera.

La più suggestiva delle ipotesi sottolinea che il numero delle strisce di frolla sia uguale a quello dei Decumani (Superiore, Maggiore, Inferiore) e dei Cardini (quattro vicoli che intersecavano le strade principali) che dividevano la Napoli greco-romana.