In occasione della Giornata Internazionale della Donna , il Collettivo UANM
lancia la campagna #MaiPiùInfernoinParadiso con un approfondimento su cosa
significhi essere donna in Costiera Amalfitana.

La campagna nasce dalla volontà di mettere in discussione il tema della parità di
genere nel contesto costiero, partendo da una raccolta di dati e pareri
sull’ecosistema gerarchico, diseguale e omertoso, che le donne vivono e subiscono
ogni giorno, in maniera non sempre consapevole.

L’iniziativa è stata curata da #UANMgenere, rubrica dedicata alla parità di genere
interna al Collettivo UANM. Il collettivo unisce alcuni giovani della Costiera
amalfitana impegnati in temi che dalle questioni ambientali, sociali e di carattere
culturale, arrivano all’urgenza di un dibattito reale sulla rivendicazione dei diritti
delle donne e della comunità LGBTQ+.

L’8 marzo celebriamo la Giornata Internazionale della Donna
Partiamo dalla storia.

La Giornata Internazionale della Donna nasce nel 1921 a
Mosca. È il frutto di una lunga ed estenuante lotta per la rivendicazione dei diritti
delle donne che in piedi sulle barricate, fuori i cancelli, nelle fabbriche e nelle
piazze, hanno combattuto e conquistato battaglie per una maggiore uguaglianza
economica, sociale e politica tra uomini e donne.

In Italia è il 1922 l’anno in cui si celebra per la prima volta la Giornata della Donna,
per poi essere fortemente osteggiata dal regime fascista. Bisognerà attendere il
1946 per tornare a celebrarla, grazie all’Unione Donne Italiane (UDI).

Empowerment femminile in Costiera Amalfitana: ieri e oggi

Le donne in Costiera Amalfitana ricoprono da sempre un ruolo di primaria
importanza. Sono sempre state grandi lavoratrici, forti e determinate. Basti pensare
alle Furmechelle di Amalfi. Le loro orme sono ancora impresse sui sentieri che
scendono verso il mare, dove giungevano cariche di ceste di limoni, pali, fascine o
barili di vino.

Le Furmechelle sono le antenate delle donne di oggi. Queste ultime, con la stessa
forza e caparbietà, affrontano le sfide contemporanee in un sistema che non
sempre è dalla loro parte. Secondo la dottoressa Maria Pia Siani, coordinatrice del
Centro Antiviolenza di Minori, di riferimento di tutta la Costa d’Amalfi, « in costiera
domina una cultura fortemente patriarcale, per cui è l’uomo il detentore del potere
nelle diverse forme di vita sociale. La donna riesce a cogliere opportunità, a
distinguersi e realizzare i propri obiettivi. Tuttavia, non sono quelli che potrebbe
potenzialmente raggiungere altrove perché qui, per lei, il contesto non sempre è
favorevole » .

L’inferno in paradiso

Secondo il Centro Antiviolenza (CAV) di Minori, attivo dal 201 5, « anche in costiera
le donne subiscono violenze di varia natura. Abbiamo in carico donne che subiscono
violenza psicologica, fisica, economica, e soprattutto stalking da parte del fidanzato,
dell’amico, del marito, dell’ex » .

Nei primi 4 anni di attività, dal 2015 al 2019, il CAV di Minori ha accolto 25 donne
da tutta la costiera amalfitana, soprattutto residenti tra Maiori, Tramonti ed Amalfi,
prevalentemente italiane (88%). Sono donne vittime di violenza psicologica (55%),
di violenza fisica (19%), di violenza economica (14%), di stalking (12%). Si sono
rivolte al centro per richiedere supporto psicologico, consulenze legali o sociali. Il
48% ha poi deciso di denunciare, la stessa percentuale di donne ha deciso di non
farlo, il 4% ha invece ritirato la denuncia o la querela.

Il CAV offre servizi di ascolto telefonico, accoglienza, consulenza legale e
psicologica. È gestito da donne per le donne, che possono contare così sul sostegno
di figure competenti e preparate: un’assistente sociale, una psicologa, una
consulente legale e una sociologa. Spesso le donne non si rivolgono al centro
perché hanno paura di essere riconosciute o etichettate, in questi casi gli incontri
avvengono per strada.

I numeri a cui puoi rivolgerti per denunciare una violenza o per ricevere un
consiglio sono:
CAV di Minori → 089 853210 , Via R oma, snc., Numero Verde 800 592 814.
CAV di Cava de’ Tirreni → 0898263104, Via Pasquale Atenolfi 40, Numero Verde
800 834 812.
Numero antiviolenza e antistalking 1522 attivo h24, tutti i giorni.

Donne in cerca di rete

Dai presidi sul territorio a supporti in rete, denunciare una violenza o ricevere
supporto è un’operazione immediata e semplice. Il numero nazionale antiviolenza e
antistalking 1522 è attivo h24, tutti i giorni. Inoltre, il Dipartimento per le Pari
Opportunità ha promosso l’app 1522, lanciata durante il periodo del lockdown che
ha visto un incremento di denunce da parte di donne vittime di violenza domestica.
L’app permette di telefonare, chattare, accendere una luce di emergenza in caso di
pericolo.

Altro numero da poter utilizzare per denunciare è il 112, che mette la vittima in
contatto con la Polizia di Stato. Se alla vittima è impossibile comunicare
esplicitamente, questa potrà far finta di ordinare una pizza. Queste iniziative
nascono per dare sostegno alle donne vittime di violenza, mettendole in contatto
con personale qualificato.

Meno mimose. Più lotta civile

L’8 marzo è la giornata in cui celebriamo le donne che hanno lottato con le unghie e
con i denti per i diritti di tutte noi. Sono loro che ci spingono a batterci, con forza e
determinazione, per una parità di genere ancora lontana da raggiungere. L’8 marzo
non è un giorno di festa ma un giorno di lotta. È giocoforza interrogarsi sulle tante
battaglie che le donne devono ancora combattere, dalla precarizzazione alla
subordinazione nel mercato del lavoro.

Urge una trasformazione radicale della nostra società, non possiamo aspettare che
il cambiamento avvenga da solo, è necessario promuovere un sapere critico nel
considerare le relazioni di potere fra i generi. Bisogna che tutt* combattiamo, ogni
giorno, per eliminare le discriminazioni inscritte nelle relazioni sociali e nel modo in
cui viene trasmesso il sapere, che non educa alla parità dei sessi nelle relazioni
sociali, ma al contrario educa alla loro gerarchizzazione e subordinazione.
L’8 marzo scendiamo in piazza per manifestare e continuare a lottare. Uomini,
meno mimose e più lotta civile da combattere insieme!

Per contattare il Collettivo UANM potete scrivere a [email protected]
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