Uno dei casi di cronaca degli ultimi tempi di cui si è parlato molto in Italia è quello di Pietro Maso. Nella giornata del 17 aprile del 1991, quando Pietro Maso aveva 20 anni, ha ucciso, con alcuni amici come complici, i suoi genitori.
Secondo quanto è stato scoperto in seguito, Pietro Maso avrebbe progettato un piano da diversi mesi, che aveva l’obiettivo di uccidere la sua famiglia, non solo i genitori, ma anche i cognati e le sorelle, per ottenere l’eredità. Uno dei complici di Pietro Maso è Paolo Cavazza.
Gli amici di Pietro Maso
Il delitto di Pietro Maso, che ha ucciso i genitori, ha colpito particolarmente le cronache del tempo. Erano gli anni ’90 e Maso aveva circa 20 anni. Ha messo a punto un piano incredibile, spinto da un movente prettamente economico. Infatti l’obiettivo di Pietro Maso era quello di ottenere in anticipo la sua parte di eredità. È stato condannato a 30 anni di reclusione, perché comunque considerato capace di intendere e di volere.
È uscito dal carcere il 15 aprile 2013 in seguito all’indulto. Ma in tutto questo turpe omicidio un ruolo importante è detenuto anche dagli amici di Pietro Maso, coloro che venivano detti gli amici del Bar John. Si tratta di ragazzi deboli, pienamente alla ricerca di loro stessi. Anche per la mancanza di istruzione, vedono in Pietro Maso un vero e proprio leader. Questi ragazzi vogliono diventare come lui.
Ma chi sono questi amici del Bar John? Uno si chiama Giorgio Carbognin, l’amico del cuore di Pietro, la cui personalità viene descritta come timida ed insicura. Poi ci sono Paolo Cavazza e Damiano Burato, che all’epoca aveva soltanto 17 anni.
La personalità di Pietro Maso
Pietro Maso è figlio di Antonio Maso e Maria Rosa Tessari. La coppia ha anche altri due figli, che si chiamano Nadia e Laura. Pietro però si differenzia molto dalle sue sorelle per la sua personalità. Fin da quando era ragazzino mostrava dei tratti di narcisismo e di egocentrismo. Conduce una vita all’insegna dello sfarzo.
Addirittura, per comprendere meglio la personalità particolare di Maso, si dice che usasse come sigarette le banconote da 50.000 lire. Tutto questo lo spinge a proporsi come una persona capace di circondarsi di adulatori, perché esercita su di essi una certa influenza.
L’organizzazione dell’omicidio
Ad un certo punto Pietro riesce a dilapidare un prestito bancario di 25 milioni di lire e decide, con l’aiuto di un amico, di restituire i soldi mettendo una firma falsa della madre su un assegno. Poi, per non essere scoperto, organizza un piano criminale con l’aiuto dei suoi amici, indossando delle tute e delle maschere. In 53 minuti i ragazzi uccidono i genitori di Pietro Maso.