Stasera, 19 giugno, andrà in onda su Canale 5 il film Padrenostro con l’attore Pierfrancesco Favino. Il film, che è stato presentato al Festival del Cinema di Venezia, è diretto da Claudio Noce.

È ispirato ad una storia autobiografica, che è quella stessa del regista, il quale nel 1976, quando aveva appena due anni, è rimasto vittima di un attentato terroristico che era rivolto al padre magistrato. Ma cerchiamo di scoprirne di più sulle vicende raccontate dal film di cui stiamo parlando.

La trama del film Padrenostro

L’ambientazione delle vicende raccontate nella produzione cinematografica Padrenostro è quella tipica del 1976. Valerio ha 10 anni e la sua vita viene sconvolta quando insieme alla madre Gina si ritrova ad assistere all’attentato fatto ai danni di suo padre Alfonso.

L’attentato era stato ordinato da un gruppo di terroristi. Dal momento in cui accade tutto ciò, la famiglia e le sue emozioni vengono sconvolte in maniera drammatica. Tutti i familiari sono dominati dal senso della paura.

Nel frattempo, proprio in quel periodo molto difficile, Valerio fa amicizia con Christian. Si tratta di un ragazzo più grande di lui, che è solitario e ribelle. Nel corso dell’estate, questo rapporto di amicizia verrà approfondito e influenzerà in maniera preponderante la vita dei due ragazzi.

La storia vera del film Padrenostro

La trama del film si discosta un po’ dalla storia vera a cui la produzione è ispirata. Infatti il figlio del protagonista all’epoca, come abbiamo già specificato, aveva soltanto 2 anni. Tutta la narrazione viene costruita proprio sulla figura del figlio, presentando una visione piuttosto inedita.

L’epoca fu segnata da quelli che vennero definiti NAP, che ebbero le loro origini nelle carceri italiane nella metà degli anni ’70. Da alcune indiscrezioni si è saputo poi che l’attentato avrebbe dovuto essere realizzato da quattro persone, ma non è stato così, perché una di queste quattro persone ha avuto un incidente.

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Quindi agirono tre persone, due delle quali andarono direttamente a perpetrare l’atto terroristico e una pronta per la fuga guidando un furgone.

L’attentato non riuscì, anche se in quel giorno di dicembre del 1976 persero la vita alcuni agenti della scorta, fra i quali possiamo ricordare Prisco Palumbo.

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Nell’attentato perse la vita anche Martino Zichittella, che era entrato a far parte del gruppo dei NAP. Lo stesso Zichittella era stato implicato in una serie di reati, sia precedenti all’attentato che successivi a quella data.