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Overtourism in Costa d’Amalfi, Pepe (Distretto Turistico) al Tg2: “Ticket no, ma serve gestire i flussi”

Costa d'Amalfi

Gestire i flussi in Costa d’Amalfi è la strada maestra da seguire contro  l’overtourism: a sostenerlo, nel corso della puntata di Tg2 Italia Europa andata in onda ieri, la giornalista Susy Pepe, responsabile Comunicazione del Distretto Turistico Costa d’Amalfi.

Un ente, quest’ultimo, che da anni focalizza la sua attenzione sul monitoraggio e sulla gestione dei flussi di visitatori nel territorio della Divina, una delle aree del territorio nazionale maggiormente soggette ad una crescita incontrollata del turismo di massa.

Se Venezia sceglie di rispondere a numeri sempre più impressionanti con l’applicazione di una tariffa flat di 5 euro per l’accesso, in Costiera l’obiettivo è quello di puntare ad una terza via tra la rassegnazione ad essere letteralmente inondati dai visitatori, e, la disincentivazione o, perfino, l’applicazione del numero chiuso.

Ticket d’ingresso? Sicuramente no, ma occorre contingentare i flussi – ha esordito la giornalista – il contingentamento è una misura di accoglienza che consente di poter vivere il territorio al meglio evitando le scene che abbiamo visto in questi giorni in Costa d’Amalfi. Il principio è quello di gestire i flussi, in attesa della Ztl territoriale“. Misura che, come ben noto, punta a limitare gli accessi in ambito sovracomunale: lo prevede l’articolo 6 (emendato) del Codice della Strada.

Una misura, questa, che va unita ad un sistema di gestione comprensoriale: qualsiasi spostamento sulla Costa d’Amalfi si riverbera a catena sull’intero sistema – ha continuato la responsabile Comunicazione del Distretto Turistico Costa d’Amalfi – C’è bisogno di una gestione complessiva degli spostamenti dei turisti e delle persone in generale in Costiera Amalfitana“. Un sistema che, dunque, vada anche oltre la stessa Zona a Traffico Limitato Territoriale.

Il problema non è esclusivamente di flussi veicolari, ma anche di visitatori in senso assoluto. Specie nei luoghi più noti all’estero e divenuti trend topic sui social network e, in particolare, su Instagram, dal Duomo di Amalfi alla Spiaggia Grande di Positano. Inopportuno, tuttavia, ricorrere al numero chiuso: “Non si tratta di apporre una sbarra ed affermare semplicisticamente che da oggi non entra più nessuno, ma di orientare il turista ad una scelta consapevole: a Ferragosto i vigneti di Tramonti sono una visita godibilissima, così, come, al contempo, quando il Sentiero degli Dei è troppo affollato di visitatori, si può scegliere di “.

Il turista non deve essere conformista e cedere esclusivamente alla tentazione dei luoghi iconici e più instagrammabili in piena alta stagione: “L’inverno è l’alta stagione per il trekking, liddove i sentieri ad Agosto anche per via del clima decisamente più caldo sono decisamente meno agevoli da percorrere, anche fisicamente“.

I social hanno, in effetti, alimentato un circolo che da potenzialmente virtuoso è divenuto vizioso: la stragrande maggioranza dei turisti si concentra su minime porzioni di territorio.

Molti luoghi pagano di aver stimolato troppo il turismo di massa“, ha commentato la giornalista di Dove Loredana Tartaglia, “bisogna pensare all’impatto ambientale che la folla provoca sui territori. Oltre all’overtourism ci sono fenomeni di undertourism: eppure non c’è area in Italia in cui non ci sia un sito, un museo o un piatto da assaggiare“.

Ma se parlare di undertourism in Costa d’Amalfi è, forse, un’iperbole – ogni luogo del territorio è stato, comunque, negli ultimi decenni, protagonista di un’importante sviluppo turistico – certamente non mancano realtà del territorio che potrebbero, certamente, veder incrementare i propri ospiti e visitatori; contribuendo, così, a ridurre la pressione in centri nevralgici come Amalfi o Positano.

 

 

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