Domenica 30 ottobre lancette indietro di un’ora: alle 3 torna l’ora solare. Si recuperano sessanta minuti di sonno. Ma l’Europa continua a discutere sull’abrogazione. Il dibattito iniziato nel 2018.
Una tradizione, che mai come ora in tempo di crisi energetica, sta facendo discutere. Nella notte tra oggi e domani le lancette torneranno indietro di un’ora. Torna la consuetudine, si dorme un’ora in più, si calcolano i risparmi medi per famiglia. E si perde un’ora di luce.
I sostenitori dell’ora legale puntavano su un tema quest’anno particolarmente caro a tutti, soprattutto in periodo di guerra, il risparmio. Se si sfrutta un’ora di luce in più, infatti, si può risparmiare energia, con bollette meno care.
Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, nei 7 mesi di ora legale il sistema elettrico italiano ha beneficiato di minori consumi per 420 milioni di kWh, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 150mila famiglie, con un conseguente risparmio economico di circa 190 milioni di euro. Ricadute positive anche in termini di sostenibilità ambientale: il minor consumo elettrico, infatti, ha consentito al Paese di evitare emissioni di CO2 in atmosfera per circa 200mila tonnellate.
Il beneficio economico è calcolato considerando che quest’anno, nel periodo di ora legale cominciato domenica 27 marzo, il costo del kilowattora medio per cliente è stato di circa 45 centesimi di euro al lordo delle imposte.
Dal 2004 al 2022, secondo l’analisi della società guidata da Stefano Donnarumma, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di kWh e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2 miliardi di euro.
