Tradizioni, storia, cultura enogastronomica locale: questi i temi al centro delle novità editoriali del Centro di Cultura e Storia Amalfitana, che si pongono l’obiettivo di valorizzare il patrimonio storico, dal valore inestimabile, dell’antica repubblica marinara. Eccone presentata una “summa”.
Dal Garum al Limoncello. La tradizione alimentare della regione amalfitana. Amalfi 2023, pp. 221, illustrato
Questa antologia della storia della cucina amalfitana in memoria di Ezio Falcone percorre un andamento diacronico dalle origini sino al Novecento, attraversando vere e proprie rivoluzioni alimentari, segnate nei tempi moderni dall’avvento dei pomidori e delle patate.
E poi la più significativa delle rivoluzioni: la pasta, dapprima fresca e poi, almeno dal XVI secolo in avanti, secca, nelle sue svariate qualità lunghe e corte. I “Vermicelli alla Masaniello” rappresentano un doveroso contributo della Costa al suo rivoluzionario eroe, pietanza realizzata allo scorrere del Seicento e fondata sulle alici e sul succo di limone. All’eco di “Festa, farina e forca”, le tragicomiche tre “effe”, il popolo minuto trascorre le vicende del travolgente Barocco, mentre gli opifici per la pasta passano da Minori a Gragnano, divenendo ancor più produttivi e sottolineando che le “paste della Costa” erano nel Settecento le “migliori del regno”.
Al simbolo agricolo-alimentare della Costiera, il limone, Ezio ha dedicato un’apposita pubblicazione, nella quale ricostruisce le tappe fondamentali della diffusione del prezioso agrume, pomo d’oro del giardino delle Esperidi, nelle varie località amalfitane, inserendolo negli usi medicinali, gastronomici e dell’arte pasticciera, dall’orto pompeiano ai putti alati barocchi del Chiostro Paradiso.
«Ezio, poeta della cucina», afferma Giuseppe Cobalto; è vero, nei suoi scritti aleggia una poesia d’amore per le prelibatezze nostrane, benedette dai santi del territorio, al cui culto restano fermamente legate nell’immaginario collettivo pietanze peculiari, che ne completano la devozione. Versi sono anche le Sue dettagliate e precise descrizioni delle ricette, che completano il saggio, tra le note numeriche dei dosaggi e i suggerimenti amorevoli dell’esecuzione.
Domenico Camardo – Mario Notomista, con un contributo geoarcheologico di Aldo CINQUE, Carta del potenziale archeologico del territorio comunale di Pompei. Amalfi 2023, pp. 143, illustrato, con 4 mappe
Questo volume nasce dalla redazione della Carta del Potenziale Archeologico del territorio comunale di Pompei, che gli archeologi Domenico Camardo e Mario Notomista, della Sosandra srl, hanno realizzato per conto dell’Amministrazione civica nel corso dell’elaborazione del Piano Urbanistico Comunale.
È nota a tutti l’importanza che l’antica Pompei riveste nel mondo, sia come fonte di conoscenza delle civiltà del passato ed in modo particolare di quella romana del I secolo d.C., sia come attrattore turistico. Meno conosciuti sono, invece, i numerosi rinvenimenti sparsi nel territorio, che testimoniano una frequentazione umana di questi luoghi a partire dall’Età Preistorica. La ragione di questa mancanza è dovuta essenzialmente al fatto che molti di questi siti pur essendo stati individuati ed esplorati, in alcuni casi anche integralmente, sono stati successivamente ricoperti e quindi oggi non sono più visibili.
A ciò si aggiunga che mentre l’antica città è stata oggetto di indagini sistematiche avviate nel 1748 sotto l’egida della corona Borbonica, il territorio invece è stato esplorato solo attraverso interventi sporadici. Lo scopo di questo volume, che mappa i rinvenimenti archeologici e le aree sottoposte a vincolo presenti entro i confini comunali, è quello di costituire un valido strumento di lavoro che serva da base a tutti quei professionisti che si adopereranno per lo sviluppo urbano della città tenendo presente anche le valenze storico-archeologiche. L’auspicio che grazie all’utilizzo di questo volume, finanziato dal Centro di Cultura e Storia Amalfitana, tutti i soggetti coinvolti riusciranno a conciliare la salvaguardia del patrimonio archeologico con le necessità di sviluppo territoriale, trasformando quello che per molti è un “rischio archeologico” in un vero e proprio “potenziale” a servizio della crescita culturale della comunità pompeiana.
Lettere dal Meridione di Sil’vestr Ščedrin Un pittore russo innamorato della luce del Sud. A cura di Michail Ju. Evsev’ev, traduzione dal russo di Marina Moretti, edizione italiana a cura di Michail G. Talalay. Amalfi 2023, pp. 150, illustrato
Nel mese di marzo del 2015 il professor Michail Ju. Evsev’ev portò in Italia l’epistolario di Sil’vestr Ščedrin raccolto nel corposo volume pubblicato in Russia l’anno precedente. Il libro fu presentato il 19 marzo a Napoli, il 20 a Sorrento e il 21 ad Amalfi.
Finalmente, dopo otto anni da quegli eventi, sebbene più contenuto ma ricco di immagini, l’epistolario vede la luce anche in Italia con questo volume nato dalla collaborazione fra il Centro di Cultura e Storia Amalfitana e il Centro studi e ricerche
Francis Marion Crawford, con la consulenza scientifica di Michail G. Talalay e le traduzioni dal russo di Marina Moretti.
Sarà uno strumento prezioso per quanti vorranno approfondire e conoscere, del grande artista, l’altro versante della sua personalità, quello umano, stroncato nel pieno del suo ciclo vitale e tuttavia fin qui non del tutto esplorato.
Per tutti e per ciascuno il luogo della nascita è sempre occasionale.
Il luogo della morte, per scelta o per avventura, è il terminale opposto dove si lascia il retaggio della propria vita. Se i due luoghi non coincidono è sulla loro traiettoria che leggeremo la trama di un’esistenza, soprattutto quando questa è degna di essere ricordata ai posteri.
I due luoghi sono entrambi importanti perché conferiscono pari diritto e dignità di cittadinanza. Il luogo della morte non è mai casuale, esso è la destinazione naturale del vissuto di ciascuno ed è indicativo per decifrarne messaggi e insegnamenti.
San Pietroburgo, Amalfi e Sorrento sono quelli che leggiamo accanto al nome di Sil’vestr Ščedrin: non potrà certo ascrivere al caso che la sua vita si sia conclusa in questa parte del Mediterraneo, lontano dai grigi paesaggi del Nord, nel sole delle costiere più belle del mondo, quelle sorrentina e amalfitana.
Aniello Tesauro, Il turismo in Costiera Amalfitana nella seconda metà del Novecento attraverso gli atti deliberativi dell’Ente Provinciale per il Turismo. Amalfi 2023, pp. 426, illustrato
È un vero e proprio ‘diario di bordo’ questo libro di Aniello Tesauro, uno dei ‘vogatori’ del turismo salernitano ingaggiato a metà anni ’60 sulla ‘barca’ dell’Ente Provinciale per il Turismo (si allude alla barca raffigurata dal ceramista vietrese Giovannino all’ingresso della sede) per una ‘traversata’ che va dalla metà degli anni ’30 al Giubileo del 2000 sulla rotta dello sviluppo turistico del Salernitano.
Tesauro annota dinamiche di programmazione e politiche promozionali, iniziative e manifestazioni, uomini e cose del turismo salernitano e, usando il filtro delle delibere dell’Ente, ne offre un esauriente quadro. Sullo sfondo lascia intravedere i due principali scenari di ascesa (tra gli anni 1951 e 1976) e di consolidamento (tra il 1977 e il 2000). Il focus è posto sul turismo amalfitano del quale delinea le precoci e fortunate origini e il rapido e straordinario sviluppo.
Il turismo costiero è nato, infatti, con la camicia “a cinque stelle” dei viaggiatori del Grand Tour, ma negli anni ’30 del secolo scorso le forme del fenomeno si sono trasformate sempre più velocemente per l’impulso impresso dalle Istituzioni centrali e periferiche.
Nella seconda fase di sviluppo (anni ’50 – ’70) è stato sostenuto dal ‘vento in poppa’ delle “programmazioni territoriali”, dei finanziamenti pubblici e degli “impulsi promozionali” dell’EPT salernitano, che si intensificava via via grazie anche all’apporto delle Aziende Autonome di Soggiorno e Turismo sorte ad Amalfi già nel 1928 alla quale si unì Ravello nel 1935 (scissa poi nel 1951), a Positano nel 1953 ed infine a Maiori nel 1958.
L’ampia e documentata prospettiva offerta da queste pagine propizierà il confronto dialettico sul mutamento e lo sviluppo economico della Costiera nel secolo XXI offrendo stimoli e ‘chiavi’ idonee all’apertura di una nuova stagione di successo auspicabilmente basata sulla gestione autoctona della promozione d’immagine identitaria orientata a favorire non omologanti ed eco-sostenibili formule d’offerta turistico-ricettiva.
Il Tarì moneta del Mediterraneo. Atti del Convegno di Studi – Amalfi, 20-21 maggio 2022. Amalfi 2023, pp. 295, illustrato
L’opera include i seguenti interventi, che furono al centro dell’iniziativa sulla storica moneta amalfitana:
Lucia Travaini, Alfredo Maria Santoro, I tari di Amalfi dalle origini alla chiusura della zecca: sintesi della ricerca
Lucia Travaini, I tari, Philip Grierson e la Storia
Christian Weiss, Il tari di Sicilia – moneta del Mediterraneo
Ennio Napolitano, I segni arabi “illeggibili” dei tari di Amalfi e Salerno. La moneta come mezzo di trasmissione della scrittura araba nel contesto figurativo italiano
Giuseppe Gargano, Tarí cum capite et cruce. La monetazione amalfitana nel quadro dei conii mediterranei medievali: valore intrinseco, potere d’acquisto e costo del denaro
Amedeo Feniello, Dalle monete longobarde al tari. L’evoluzione dei flussi monetari in territorio salernitano (IX-XI secolo)
Alfredo Maria Santoro – Chiara Tesorone, Per una definizione delle aree monetarie in Campania: i tari nel Codice Diplomatico Verginiano
Carlo Ebanista, Un tari dal santuario di S. Felice a Cimitile: vecchi scavi, nuove considerazioni
Giuseppe Sarcinelli, Nuove classificazioni dei primi tari di Salerno e di Amalfi: il tesoro di Ordona
Maria Grazia Originale, Il tari, una moneta “sfuggente” nell’ambito degli studi della numismatica medievale in Molise
Alfonso Forgione, La monetazione di età normanna lungo la frontiera settentrionale del Regno: tra assenze e sporadici rinvenimenti nel territorio abruzzese
Brunella Gargiulo, Presenza e assenza di tari nella regione Basilicata: analisi distributiva attraverso il GIS dei rinvenimenti monetali
Monica Baldassarri, Tari e altre monete normanno-sveve in area alto tirrenica: un quadro tra fonti scritte e materiali (X-XIII secolo)
Stefano Locatelli, Dal tari al fiorino. La circolazione di moneta d’oro nel Regno di Sicilia del Duecento
Vera von Falkhenausen, Conclusioni
Indice dei nomi e dei luoghi a cura di Domenico Citro.
Nicola DI BIANCO, Erchie. Da feudo abbaziale con torre vicereale, sede di una tonnara, al declino. Postfazione di Costantino MONTESANTO. Amalfi, 2023, pp.183, Ill.
Il testo espone il decorso dell’ultimo millennio del borgo di Erchie, divenuto un importante feudo ecclesiastico dell’ex abbazia di santa Maria Assunta con torri di difesa (angioine e aragonesi) e successivamente, sede di una pescosa tonnara a posta fissa, che catturava grossi esemplari di tonno rosso. Dopo l’impulso dell’agrumicoltura e l’impianto di limoneti, il cui rinomato frutto raggiungeva i mercati internazionali e lo sfruttamento della cava estrattiva di materiale calcareo e ferroso con conseguente occupazione di molti autoctoni, è iniziato il lento e progressivo “declino” economico e sociale di Erchie.